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Lo scontro

Risanamento, Siracusano-Musolino: “Bugie De Luca altro che voto di scambio” La replica: “Siete solo comparse”

martedì 30 Aprile 2024

Nel corso del comizio a Capo Peloro Cateno De Luca ha definito la legge sul risanamento (che ha portato e sta portando allo sbaraccamento di Messina) frutto di un “voto di scambio” legato al Patto della Madonnina (QUI) da lui stretto con Gianfranco Miccichè e la candidatura in Forza Italia dell’allora assessora Dafne Musolino alle Europee del 2019. Secondo il leader di Sud chiama Nord in cambio della candidatura di Musolino Berlusconi avrebbe dato appoggio alla legge speciale sul risanamento (cosa che avvenne due governi nazionali dopo, con Draghi e con Forza Italia al governo).

Le dichiarazioni di De Luca hanno fatto saltare sulla sedia sia la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano che sin dal suo ingresso alla Camera, nel 2018 si è battuta per il risanamento, che la senatrice Dafne Musolino che in una video dichiarazione comune ripercorrono l’iter legislativo della norma sulle baraccopoli e contestano che vi sia stato un “voto di scambio” sia pure politico.

La legge sulle baraccopoli e il risanamento della città di Messina devono rimanere fuori dalle polemiche politiche – afferma nel video Matilde Siracusano -, ma dopo l’ennesima bugia pronunciata nelle piazze dall’ex sindaco peloritano serviva una risposta. De Luca sostiene che la legge sulle baraccopoli non sia frutto del mio lavoro parlamentare, condotto per anni con serietà, competenza e abnegazione, e anche con la buona fede in merito all’amministrazione comunale di allora, ma bensì di un voto di scambio, di un accordo con il presidente Berlusconi per candidare Dafne Musolino alle europee. Questa ricostruzione non solo è falsa, ma è anche irrispettosa nei confronti della senatrice Musolino, una donna che stimo, radicata nel territorio, e che meritava quella candidatura. Una candidatura costruita sul campo con la buona politica. Altro che voto di scambio”, sottolinea la Siracusano.

Peraltro Matilde Siracusano ha portato per la prima volta nella storia le immagini delle baracche all’attenzione del Parlamento con una mostra (nel 2020) talmente d’impatto che fu la stessa Mariastella Gelmini a voler visitare le baraccopoli messinesi (all’epoca guidava il gruppo FI alla Camera) insieme a Siracusano e ne rimase sconvolta. L’iter della proposta legislativa di Siracusano inoltre incontrò forme di ostruzionismo (soprattutto durante il governo giallorosso) e si sbloccò solo con l’arrivo al governo delle ministre azzurre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna (la legge porta il nome di quest’ultima che aveva il dicastero al Mezzogiorno).

A rincarare la dose ci pensa Dafne Musolino: “La verità storica dei fatti non può essere mescolata e non può essere oggetto di rimaneggiamenti per fini elettorali. La legge sul risanamento nasce grazie al lavoro parlamentare di Matilde Siracusano, sicuramente anche con una giusta intuizione di Cateno De Luca. Ma non c’è stato alcun accordo elettorale o alcun voto di scambio, come invece ripete il sindaco di Taormina nei suoi comizi. Queste affermazioni sono gravissime, ne prendo le distanze, la denuncio come notitia criminis, perché De Luca dice cose illegittime e false. La mia candidatura alle europee del 2019 nelle liste di Forza Italia è stata fatta nell’ambito di un accordo politico, tutto alla luce del sole, niente di più. Non posso accettare che si parli di voto di scambio, anche perché quando è iniziato l’iter legislativo della legge sulle baraccopoli Forza Italia non era al governo”, conclude la Musolino.

A replicare alle due parlamentari nel pomeriggio è stato il coordinatore regionale di Sud chiama Nord Danilo Lo Giudice. :”Sentire dalla Musolino e dalla Siracusano che il famoso “patto della Madonnina” (voti alle europee 2019 ed in cambio legge per eliminare le baracche) non è mai esistito fa emergere l’ipocrisia di entrambe e nel contempo conferma il loro ruolo di comparse non avendo né arte (potere legislativo, là Siracusano senza un gruppo politico coeso sulla proposta alias Berlusconi) né parte (voti, cioè i 50 mila che ci siamo impegnati a far conseguire alla Musolino nelle liste di Forza Italia mettendoci la faccia e la credibilità di Cateno De Luca).

Lo Giudice dichiara di essere stato lui (all’epoca deputato regionale) a mediare tra l’allora sindaco di Messina Cateno De Luca e l’ex coordinatore regionale FI Gianfranco Miccichè affinché si arrivasse all’accordo. La senatrice Musolino ha dimenticato forse quando nel corso della campagna elettorale per le elezioni europee del 2019 proprio lei dal palco parlava del Patto della Madonnina, alias l’impegno ad ottenere 50 mila preferenze in cambio dell’approvazione della legge sul risanamento. Un patto siglato alla luce del sole e sancito anche nel corso di un pubblico comizio in Piazza Duomo il 24 maggio del 2019 quando intervennero sia l’on. Miccichè che il presidente Berlusconi in collegamento telefonico”.

Berlusconi nel suo intervento auspicava una buona affermazione di Forza Italia ed un ritorno al governo anche per “liberare Messina dalla baraccopoli, una realtà incredibile che non conoscevo ma che deve essere risolta in tempi brevi”.

Lo Giudice continua ricordando che la Siracusano la prima proposta di legge la presenta nel 2018 quando i forzisti erano all’opposizione e che nello stesso testo si fa riferimento alla gravissima situazione igienico-sanitaria-ambientale per la quale il sindaco De Luca emanò ordinanza contingibile e urgente per lo sgombero e la demolizione delle baracche che sarebbe dovuta avvenire entro l’ottobre 2018 (ndr. In quel periodo, novembre 2018 la Protezione civile nazionale bocciò la richiesta di dichiarazione di stato d’emergenza presentata dal sindaco De Luca e dal presidente della Regione Musumeci. Bocciatura recepita dal governo Conte).

Nel 2018 era questa la presa di posizione che Cateno De Luca da primo cittadino di Messina ha messo in atto per avviare il processo di risanamento- prosegue Lo Giudice– Poi il Patto della Madonnina ci ha consentito di andare oltre. L’accordo prevedeva che l’opposizione nell’ambito delle quote che spettavano alle proposte che avrebbero trovato accoglimento avrebbe acceso i riflettori sullo sbaraccamento. Forza Italia dunque pur se all’opposizione si era presa l’impegno a sollevare questa questione all’interno del Parlamento cosa che è avvenuta. In tutta questa storia ribadiamo la senatrice Dafne Musolino e l’on. Matilde Siracusano sono state semplici comparse. Del resto la Siracusano è stata già bocciata due volte dai messinesi, una prima volta a salvarla sono stati i palermitani, la seconda volta invece i piemontesi. La storia della senatrice Musolino è ben nota e va ben oltre la storia di Caligola che ha nominato senatore il suo cavallo.”

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