Poche cose la Sicilia era riuscita a fare in virtù dello Statuto speciale. E quasi tutte hanno fatto una brutta fine, fagocitate da un sistema che crea più debiti che vantaggi. Una di queste è Riscossione Sicilia spa, la società partecipata di recupero crediti della Regione.
Smantellata ufficialmente quasi un anno fa in favore della centralizzazione delle operazioni di riscossione delle cartelle esattoriali attraverso Agenzia delle entrate-Riscossione, in pochi mesi è riuscita – quasi – a smaltire tutto l’arretrato che si portava dietro dal periodo della pandemia.
Una cosa, però, dal 2020 non è ancora cambiata. Per riuscire a prenotare un appuntamento, bisogna rassegnarsi a collegarsi al sito web negli orari più impensabili del giorno e, soprattutto, della notte. Eh, sì, perché nonostante le lamentele di contribuenti, privati e aziende, nulla è stato fatto per modificare il sistema. Che prevede il reset dopo la mezzanotte. Gli slot a disposizione sono pochissimi, perché all’ora “x” viene aggiunta la possibilità di prenotare per un’unica giornata in più, quattro in totale. E la prenotazione assume sempre più un contorno da lotteria.
All’inizio, per placare le proteste, in tanti avevano provato a rassicurare i contribuenti dicendo che era solo una questione di tempo e che gli slot di quattro soli giorni dipendevano dal fatto che ancora non era stata completata la migrazione ai sistemi informatici nazionali. Peccato che, a distanza di diversi mesi dal completamento del passaggio, le cose siano rimaste esattamente come prima.
E, così, mentre “Quelli della notte” nel 1985 tiravano fino a tardi tra risate, satira e buona musica, “Quelli della notte” nel 2023, invece, sono costretti a rincorrere un turno all’infinito e, se saranno fortunati, vinceranno la possibilità di pagare le tasse.
Certo, qualche vantaggio nel passaggio al sistema nazionale c’è stato. La nuova organizzazione del lavoro, con i circa 680 dipendenti confluiti nell’Ente nazionale, e soprattutto i nuovi sistemi informatici a disposizione hanno permesso di eliminare le scartoffie che erano prima destinate a fare polvere sulle scrivanie per molti mesi.
Oggi, invece, grazie alle richieste che si effettuano in completa autonomia via pec, anche se una percentuale dei dipendenti è stata spostata a compiti di direzione nazionale, le pratiche di rateizzazione, ad esempio, ricevono il via libera entro una decina di giorni lavorativi. E per le sospensioni si arriva anche a una settimana. Ma si deve fare i conti con una dimestichezza tecnologica che non tutti possiedono.
In futuro, ci sarà anche uno sportello online che permetterà di ricevere assistenza in videochiamata. Nelle previsioni iniziali, la sperimentazione sarebbe dovuta partire in Sicilia i primi mesi del 2023. Ancora, però, tutto tace, mentre nel resto d’Italia sono poche le regioni in cui è già disponibile, segno che per abituarsi del tutto al progresso tecnologico, scardinando vecchi pregiudizi, ci vorrà ancora tempo. Un front office, in ogni caso, non verrà mai a mancare, ma è destinato ad essere usato sempre più col contagocce, in un mondo in cui le relazioni saranno sempre più digitali, filtrate attraverso lo schermo di un device. Anche il rapporto tra cittadini e Agenzia delle entrate è destinato a diventare, quindi, sempre più impersonale.
Su tutto ciò, pesa anche l’incognita dell’accorpamento di Agenzia-Riscossione all’interno di Agenzia delle entrate, per snellire le procedure di accertamento e riscossione. Con la legge delega fiscale 111/2023 l’idea della fusione per risparmiare sui costi del doppio Ente è possibile, ma al momento non c’è nulla di concreto.