Fiumefreddo non molla più il vertice di Riscossione Sicilia. Com’era prevedibile, dopo il suo incontro con Crocetta, ha deciso di restare saldamente al comando e non dimettersi più. Eppure, in queste ore un altro attacco arriva e viene assestato direttamente alla sua persona. Motivo? Le modalità della sua gestione. Non giunge, però, da deputati dell’Ars, ma dagli stessi dipendenti di Riscossione Sicilia, secondo cui questi ultimi due anni sarebbero stati un “disastro”.
“Ancora una volta – scrivono in una nota congiunta i sindacati Ugl Credito, Fisac Cgil, Snalec Sinfub e Unisin – le vicende legate alla riscossione delle imposte in Sicilia diventano argomento di discussioni violente e controverse. Preferiamo non entrare nel merito delle singole questioni, pur rimarcando, come già detto in passato, che si è trasformata Riscossione Sicilia in strumento di lotta politica invece che pensare a come farla uscire dalle secche delle continue perdite che hanno provocato enormi danni ai siciliani, dato che quei costi ricadono su tutti i nostri cittadini”.
“Riconfermiamo che il disastro operativo provocato dagli ultimi due anni di gestione è senza precedenti nella nostra storia – spiegano i sindacati – e che, soltanto grazie all’impegno costante dei dipendenti si è rimediato alla netta incapacità dei vertici aziendali”.
“Ed è altrettanto noto – concludono – che chi ha osato mettere in discussione l’operato dell’attuale vertice ha subito trasferimenti, procedimenti disciplinari, insulti”.