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La rottura del patto di collaborazione giallo-rossa, dopo la decisione di Giuseppe Conte, avrà delle conseguenze sul piano giuridico? I Dem parlano di tradimento da parte del M5s a livello nazionale e di riflesso anche in Sicilia.
“I nostri legali stanno valutando una domanda di risarcimento danni, perché la cosa singolare è che Di Paola ha sottoscritto quel patto e non si è degnato di alzare il telefono per comunicarmelo. Ho appreso la notizia sulla stampa che era candidato alla presidenza della Regione. Neanche sono stati rispettati i requisiti minimi del vivere civile in questa vicenda del tradimento da parte del M5s”.
Lo ha affermato il segretario regionale del PD Anthony Barbagallo, (capolista alla Camera a Siracusa/Ragusa/Catania), durante la conferenza stampa a Palermo per la presentazione dei candidati alle Politiche del 25 settembre, data in cui anche la Sicilia andrà al voto per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana e per eleggere il nuovo presidente della Regione.
“Credo – ha aggiunto Barbagallo- che batta un cuore forte nei militanti e negli attivisti. Abbiamo una squadra di grande livello e di grande spessore che sottoponiamo al giudizio degli elettori, e sono convinto che le liste del Pd alle regionali e alle politiche riserverà sorprese positive”.
Presente anche il vicesegretario del PD Giuseppe Provenzano, capolista a Palermo e Caltanissetta alla Camera.
“Con la candidatura di Caterina Chinnici stiamo suscitando grandi speranze e soprattutto una candidatura che si rivolge a un mondo che va al di là anche dei confini del centrosinistra”, e poi attacca il candidato governatore per il centrodestra “Per fare gli interessi della Sicilia non basta essere siciliani. Basta pensare a Schifani, che è nelle Istituzioni da metà degli anni Novanta: in tutti questi decenni cosa ha fatto per la Sicilia? Sono stati i siciliani che hanno concepito l’Isola come un granaio di voti, andavano a Roma e non facevano gli interessi dei siciliani ma quelli degli alleati come la Lega Nord che ha mantenuto sempre la sua vera faccia: tutelare gli interessi del resto del Paese”.
Le proposte elettorali dei democratici riguardano soprattutto il tema del lavoro: salario minimo contro il lavoro sottopagato, tutela del potere d’acquisto, una mensilità in più per i lavoratori e la lotta al caro bollette. “Dall’altra parte l’unica proposta che ho sentito è quella di Giorgia Meloni sul blocco navale, che avrebbe effetti disastrosi per l’Italia ma soprattutto per la Sicilia, poiché ci porterebbe a una guerra con la Libia”.
“La destra è divisa su tutto – aggiunge Provenzano – tranne che su un tema: la cancellazione del reddito di cittadinanza. In un momento così difficile eliminarlo, o anche solo pensare di farlo, significherebbe combattere non la povertà, bensì i poveri. Noi invece puntiamo a modificarlo rendendolo compatibile con il lavoro, in particolare quello stagionale”.
Contro l’emergenza energetica “Servono risposte forti, in grado di contrastare i gravi danni cui rischiano di andare incontro famiglie e imprese. È singolare che le prime forze politiche ad aver chiesto un intervento in merito siano le stesse che hanno fatto cadere Mario Draghi. La nostra proposta è un contratto di luce sociale, che possa garantire luce gratis fino al 50% dei consumi alle famiglie con redditi medio-bassi e la parte eccedente a prezzi calmierati – spiega il vicesegretario Provenzano, – È fondamentale anche che lo sconto per le imprese venga raddoppiato, come anche che vengano fissati un tetto nazionale al prezzo dell’energia e uno europeo al prezzo del gas. Inoltre, è bene che il costo dell’energia venga scorporato da quello delle bollette”.