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le dichiarazioni

Barbagallo (PD): “Centrodestra unito solo per spartire poltrone. E su Orfini…”

mercoledì 19 Ottobre 2022
Anthony Barbagallo

Per Anthony Barbagallo, neo deputato alla Camera e riconfermato segretario regionale del PD, ha fatto il punto sullo stato dell’arte del partito dei dem. Ma prima lancia uno sguardo sul fronte siciliano e attacca il centrodestra.

Come vede il centrodestra in Sicilia in vista della composizione del nuovo governo? Secondo lei c’è aria di rottura? Miccichè rivendica per Forza Italia l’assessorato alla Sanità.

“Niente di nuovo sotto il sole. Di certo il centrodestra si presenta sempre spaccato ma, alla fine, tendono sempre a raggiungere una unità di intenti, attraverso la spartizione di potere e poltrone, di governo e di sottogoverno. Le posso dire che, se veramente venisse a mancare la maggioranza in aula, non troveranno nessuna sponda nel Partito Democratico”.

Come risponde a Matteo Orfini, il quale ha detto che lei andrebbe commissariato, perché lo scopo del PD in Sicilia era solo fare rieleggere se stessi?

“Io credo che il dibattito con i colleghi di partito debba essere fatto innanzitutto negli organismi deputati. Le liste per le politiche sono state approvate dalla direzione nazionale. Se Orfini aveva delle perplessità, avrebbe dovuto farle valere in quella sede essendone egli componente. Invece ha approvato le liste. Io mi limito a ricordare che fin da ragazzino vengo eletto con le preferenze, per due volte consigliere comunale, per due volte sindaco, per tre volte in Ars. Non finirò mai di ringraziare i miei elettori e chi crede in me. Mi dispiace, infine, per i due uscenti non ricandidati”.

Adesso che è alla Camera avrà una responsabilità maggiore di rappresentare la istanze dei siciliani. Ha già in mente delle proposte specifiche? Quali sono i suoi programmi per il futuro?

“Insomma, l’inizio è preoccupante. Troppe ambiguità sui rapporti con Putin da parte dei leader del centrodestra e, sui temi dei diritti civili, il ddl presentato da Gasparri sulla 194 che in estrema sintesi punta disincentivare il più possibile il ricorso all’aborto, riporta le lancette a quaranta anni fa. Di fronte a fatti di questa gravità – e siamo purtroppo soltanto all’avvio di questa legislatura -, in una fase per altro complicatissima per il nostro Paese, con una schiacciante maggioranza di centrodestra al governo, dobbiamo essere uniti e compatti per esercitare una opposizione ferma ed evitare, qualora ci fossero, derive di ogni genere. E le premesse ci sono tutte. Il Mezzogiorno deve diventare sempre più centrale nel Paese e ancor di più oggi, che la Lega è tornata nuovamente a spingere sull’autonomia del Nord. Per quanto riguarda il mio futuro, prenderò una decisione in accordo con il partito. Per ora, in attesa che si sblocchi la situazione all’Ars, continuo ad esercitare il mio mandato di parlamentare nazionale e quello di segretario regionale in Sicilia”.

Sull’attuazione del PNRR in Sicilia, a che punto siamo secondo lei?

“Il Paese corre, le altre regioni altrettanto. Il governo Draghi ha fatto tutto il possibile mentre temo che per la Sicilia ci possano essere enormi difficoltà a causa anche dell’immobilismo determinato dal governo guidato da Nello Musumeci. Mi auguro che con Schifani le cose possano cambiare, per il bene della Sicilia. Certo, il fatto che dopo un mese, ci sia stata la sola proclamazione del presidente della Regione, mentre per gli eletti all’Ars ancora ci siano riconteggi da fare, ci sta facendo perdere del tempo prezioso. Da settimane non assistiamo ad altro se non al continuo totonomine e corse alla poltrona. Nessuna visione e nessun contenuto. A questo aggiunga che la scelta di andare ad elezioni anticipate è stata scellerata, perché certamente non ci sarà la possibilità di varare la Finanziaria entro il 31 dicembre e quindi, il governo inizierà certamente questa legislatura con l’esercizio provvisorio in continuità con quello precedente, quindi. Che non ha mai varato, in 5 anni, una manovra entro fine anno. Per la Sicilia è una pessima notizia”.

Un commento post- election day?

Nel corso della direzione regionale abbiamo fatto una analisi approfondita sul voto. Non abbiamo perso il 25 settembre, ma il 23 agosto quando il M5S ha rotto l’accordo con noi, nonostante le primarie. Abbiamo perso ma non collassiamo il PD c’è ed è la prima opposizione parlamentare. La direzione ha approvato a maggioranza, schiacciante anche se non unanime, la mia relazione. L’obiettivo adesso è quello di rigenerare il PD. Un primo segnale importante in questo senso è arrivato dagli eletti, in gran parte alla prima legislatura ed espressione di una nuova classe dirigente. Una bella boccata d’aria fresca di cui avevamo bisogno”.

 

 

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