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La seduta

Sala d’Ercole, affossato con voto segreto il primo articolo sulla riforma delle Province: nel centrodestra è notte fonda

mercoledì 7 Febbraio 2024

Fallisce il tentativo del governo di Renato Schifani di reintrodurre il voto diretto nelle Province in Sicilia. L’Assemblea regionale siciliana con voto segreto, 25 favorevoli e 40 contrari, ha bocciato il disegno di legge.

L’Ars aveva approvato il passaggio agli articoli del disegno di legge, ma tutto è andato a vuoto. Sono contrari i gruppi di minoranza. Prendendo la parola in aula, Nuccio Di Paola per il M5s e Cateno De Luca per ScN hanno chiesto il voto segreto fin dal primo articolo del ddl. Il primo articolo del testo detta disposizioni in materia di funzioni, organi di governo e sistema elettorale dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane istituiti, quali enti di area vasta, dall’articolo 1 della legge regionale 4 agosto 2015, n. 15.

La riforma delle Province era uno dei punti del programma elettorale del governatore Schifani. Subito dopo la votazione con cui l’Assemblea ha bocciato il disegno di legge, il governatore ha abbandonato l’aula parlamentare facendo rientro a Palazzo d’Orleans. Nella stanza del governo del Parlamento regionale si sono riuniti il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il coordinatore siciliano di Forza Italia Marcello Caruso. A chiedere il voto segreto sono stati tredici parlamentari (ne servivano sette per regolamento), dodici dell’opposizione.

Al primo articolo del ddl, sono mancati 11 voti. Al momento della votazione i presenti in aula erano 65 (votanti 65). La maggioranza contava su 36 deputati in aula (tre gli assenti), ma a favore della norma
hanno votato 25 parlamentari; l’opposizione era in aula con 27 deputati (due gli assenti), più Gianfranco Miccichè del Misto: 40 i voti contrari.

Commenta i lavori d’aula il capogruppo di FdI all’Ars, Giorgio Assenza, dopo la bocciatura del disegno di legge, a firma del presidente Schifani, che voleva reintrodurre l’elezione diretta. “Quella scritta qui all’Ars con la bocciatura del disegno di legge sulle Province non è una bella pagina. Nonostante le mie perplessità sul rischio di un’impugnativa dei comizi elettorali da parte di qualsiasi elettore davanti al Tar, sono infatti rammaricato per l’esito di questo voto poiché condivido la necessità di ridare la parola ai cittadini in un organismo così importante. Considerando che a livello nazionale la reintroduzione del voto diretto per le Province è attesa nel 2025, ritengo che intanto in Sicilia debba cessare l’era decennale dei commissariamenti, facendo ricorso in questa fase almeno all’elezione di secondo livello. Infine sono del tutto contrario all’accanimento manifestato qui in aula contro il presidente Renato Schifani, il quale coraggiosamente ha sollecitato i partiti della maggioranza a fare quadrato su questa riforma per adempiere a uno dei punti programmatici del governo regionale. Purtroppo così non è stato, ma ciò non giustifica di certo atteggiamenti arroganti nei suoi confronti”.

I siciliani hanno perso oggi una grande opportunità per ridare dignità e rappresentanza istituzionale all’ex Province, che ormai da anni, dopo una scelta scellerata del governo Crocetta, versano in stato di gravissima crisi in termini di servizi per i cittadini e i territori. Non può che dispiacere che una norma di alto valore istituzionale sia stata bocciata, trincerandosi dietro scuse false come quella che si sarebbe trattato di una mossa pre-elettorale”. Lo dice Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia a Sala d’Ercole. “Ad essere uscita oggi sconfitta da Sala d’Ercole è la democrazia e la rappresentanza democratica dei siciliani, che dovranno continuare a subire i danni della cancellazione degli Enti di area vasta”, conclude Pellegrino.

Il gruppo parlamentare di Forza Italia all’assemblea regionale siciliana oggi ha votato in modo compatto e unito per proseguire il dibattito sulla proposta di legge riguardante le province. Lo stop imposto al cammino parlamentare della legge sulle province rappresenta una sconfitta per i territori e le comunità che da anni subiscono incredibili carenze e disservizi”. Lo dice Marcello Caruso, coordinatore regionale di Forza Italia.

“La riforma delle Province per la Democrazia Cristiana, così come per Schifani, ha sempre rappresentato un punto fondamentale del proprio programma alla quale abbiamo lavorato per oltre un anno sia in Commissione Affari istituzionali che presso l’assessorato agli Enti locali. Inspiegabilmente, oggi, con il voto segreto alcuni parlamentari della maggioranza che, con le parole si sono espressi favorevolmente, hanno deciso di votare contro. Siamo sempre stati e continueremo ad essere vicini e leali al presidente Schifani sostenendo l’attività del governo. Adesso, inevitabilmente, occorrerà un chiarimento all’interno dei partiti affinchè la maggioranza trovi nuovamente unità sui provvedimenti che vanno portati in Aula“. Lo dichiara il Presidente della Prima Commissione, nonché primo firmatario del DL, l’On. Ignazio Abbate, che così commenta ciò che è accaduto oggi in Parlamento: “Dispiace perché ci abbiamo lavorato per più di un anno ma non ci facciamo scoraggiare. Le province sono una priorità perché la situazione di degrado di strade e scuole, per dirne solo due, sono sotto gli occhi di tutti. Già da domani sono disponibile a riprendere il percorso in Commissione di un nuovo DL che potrà essere discusso solo a partire dal 16 marzo, cioè dal primo giorno della nuova sessione parlamentare”. 

In ordine ai lavori della seduta interviene anche il segretario nazionale della Democrazia cristiana, Totò Cuffaro.

“Suscita grande sconcerto il voto dell’Assemblea Regionale che, nei fatti, blocca il percorso del disegno di legge per l’elezione diretta degli organi di province e città metropolitane. Di fronte a partiti di maggioranza compattamente schierati per raggiungere l’importante obiettivo, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, abbiamo registrato, incredibilmente, scelte di segno opposto di diversi deputati della stessa maggioranza. Con la complicità del voto segreto – continua Cuffaro – qualcuno è stato, evidentemente, guidato da ben altri intendimenti e, probabilmente, preoccupato dalla possibilità di restituire ai cittadini la parola sul governo degli enti di area vasta. Sarebbe stato opportuno che chi non voleva il ritorno delle Province lo dicesse per tempo, evitando la vergogna a cui abbiamo assistito oggi. Chi ha votato contro non ha tenuto conto dello stato indecoroso di scuole, strade provinciali dissestate e divenute, a causa dei rifiuti, discariche a cielo aperto, anteponendo l’interesse proprio a quello dell’intera comunità”.

L’impasse sulla riforma per l’elezione diretta nelle province va superata: è un obiettivo da raggiungere perché inserito nel programma elettorale del governo Schifani.  È una riforma ferma ai box, ma deve ripartire velocemente e perché nel voto diretto per le province c’è anche un esercizio democratico irrinunciabile che dà più responsabilità ai cittadini ed agli eletti. La Lega si era già espressa, anche ai massimi livelli nazionali, a favore della riforma che, sono certa, verrà traguardata ripristinando le condizioni  per avere il voto della maggioranza parlamentare”. Lo afferma Marianna Caronia, capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana.

“Inspiegabilmente, oggi, con il voto segreto alcuni parlamentari della maggioranza che, con le parole si sono espressi favorevolmente, hanno deciso di votare contro. Siamo sempre stati e continueremo ad essere vicini e leali al presidente Schifani sostenendo l’attività del governo. Adesso, inevitabilmente, occorrerà un chiarimento all’interno dei partiti affinchè la maggioranza trovi nuovamente unità sui provvedimenti che vanno portati in Aula”. Lo dichiara il gruppo della Democrazia cristiana all’Ars.

 

Nuccio Di Paola, coordinatore regionale del M5s, commenta così la seduta e il voto segreto sul ddl: “Il parlamento regionale ha sfiduciato palesemente per la seconda volta il presidente Schifani presente in aula. La prima volta con il disegno di legge che salvava gli ineleggibili, ed oggi con l’altro suo cavallo di battaglia ovvero la restaurazione delle province regionali e delle relative poltrone. Se fossi il Presidente Schifani trarrei le dovute considerazioni da questa ennesima bocciatura. La maggioranza di destra non esiste più e non rappresenta i siciliani”.

Le opposizioni e la maggioranza sembrano essere un’unica cosa ormai: continuano a mandare sotto il governo Schifani. Chi non vuole vedere può continuare a far finta di nulla, ma è chiaro che la vera maggioranza è l’opposizione oggi”. Lo dichiara il deputato regionale Ismaele La Vardera (Sud chiama nord) dopo che il ddl province è andato sotto durante la seduta d’aula odierna.

 

 

“L’immagine del governo che fugge dall’aula subito dopo il ko è la rappresentazione plastica di una maggioranza totalmente allo sbando”. Lo dice Michele Catanzaro capogruppo PD all’Ars dopo il voto a Sala d’Ercole sul ddl Province.

 

 

“Schiaffone a Schifani sulle Province sentito fino a Roma, non può non avere conseguenze. Questo governo deve andare a casa”, ha detto il capogruppo dei grillini all’Ars Antonio De Luca.

 

 

Il voto espresso oggi sul disegno di legge province conferma le perplessità manifestate sia sul piano normativo che sul piano politico della proposta Schifani. Una maggioranza che oramai va sistematicamente sotto in tutte le votazioni.” Lo dichiara Mario Giambona vicecapogruppo del partito democratico all’Ars.
“Bisogna prendere atto, continua Giambona, che questo Parlamento ha un’altra maggioranza che sicuramente non è a sostegno del governatore Siciliano”, conclude.

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