Salta la riforma sui Consorzi di Bonifica. Qualche mattina fa i capigruppo di maggioranza sono stati protagonisti di un vertice voluto dal governatore siciliano Renato Schifani per trovare la quadra sui Consorzi di Bonifica. Ma l’esito non è stato positivo, la rifora attesa da decenni non ha avuto il disco verde in aula.
Il nulla osta sugli articoli 3 e 4 del disegno di legge di riforma ha rappresentato l’ostacolo principale da superare. Pare che i partiti di opposizione hanno chiesto il voto segreto di fronte ad un centrodestra che non è stato compatto su questo fronte.
Proprio l’articolo tre è stato bocciato col voto segreto facendo emergere una maggioranza spaccata.
Dopo l’approvazione dei primi due articoli del ddl di riforma dei Consorzi di bonifica, a Sala d’Ercole con voto segreto è stato bocciato l’articolo 3.
Palazzo d’Orléans ha però rassicurato i sindacati e le associazioni del mondo agricolo: il provvedimento sarà ripresentato alla ripresa dei lavori, subito dopo la pausa estiva. A chiarire la linea è lo stesso presidente Renato Schifani: “La riforma è un punto qualificante del mio programma. È un intervento strategico, non più rinviabile, pensato per rafforzare un comparto chiave dell’agricoltura siciliana e garantire una gestione più efficiente del territorio. Non ci fermeremo”.
Ma resta l’amaro in bocca. “Poteva essere un punto di partenza per razionalizzare, migliorare la gestione delle risorse idriche. Da interlocuzioni con il presidente Schifani abbiamo ricevuto assicurazioni sulle coperture finanziarie per una adeguata gestione dei consorzi per il 2025“.
In ogni caso le criticita che investono la nostra Isola rimangono tali ed è troppo tardi ormai per ‘salvare il salvabile’. L’acqua che scarseggia e che lascia a secco i rubinetti di casa, che inaridisce i campi e le colture. L’emergenza siccità è attuale più che mai.
Quello della Sicilia è stato il territorio maggiormente colpito dal deficit di precipitazione (-25%) dove, nel 2024, sono caduti poco più di 500 mm di pioggia, corrispondenti a circa 13 miliardi di metri cubi, rispetto a una media annua sul lungo periodo 1951-2024 di circa 665 mm, corrispondenti a 17,2 miliardi di metri cubi di precipitazioni totali. Ciò è quanto viene fuori dai dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Questo ha portato una crisi che ha coinvolto tutti.
Lo stesso Scardino ha fatto un focus sulla situazione (clicca qui). Una siccità partita nel 2024, che si è protratta fino a fine anno, e che ha lasciato strascichi importanti.
“Le problematiche relative alla distribuzione dell’acqua interessano tutta l’isola. La crisi climatica e le continue siccità impongono una razionalizzazione dell’utilizzo dell’acqua, ma contemporaneamente è indifferibile la manutenzione ordinaria e straordinaria delle condotte idriche dei consorzi affinché il “diritto” sia garantito a tutti gli agricoltori e non solo ad alcuni privilegiati“.
Un quadro assai complicato. Nella Sicilia occidentale, in particolare nelle province di Agrigento, Trapani e parte nel Palermitano, gli invasi destinati al consumo umano non riescono a raccogliere abbastanza acqua, come nel caso della diga Trinità, che resta inutilizzata per problemi tecnici e politici. Questo aggrava la situazione delle colture, già colpite da peronospora nel 2023 e siccità nel 2024.
Nel lago Arancio (Agrigento) l’acqua scarseggia, ma si sta cercando di ripristinare i motori per garantire l’irrigazione nella zona di Ribera. Intanto, il Consorzio di Bonifica 3 ha problemi finanziari e paga gli stipendi a singhiozzo, causando scioperi tra gli operai e ritardi nella distribuzione dell’acqua, nonostante la disponibilità delle dighe San Giovanni e Furore.
Nella Sicilia orientale, invece, la situazione è più stabile: le dighe Lentini, Ogliastro, Nicoletti, Regalputo e Pozzillo hanno buona disponibilità idrica. Lentini è quasi piena, e Pozzillo e Don Sturzo possono garantire più turni irrigui. Questo fa ben sperare per agrumi, ortive e frutta estiva.
“In questo periodo di altissime temperature continueremo a mantenere alta l’attenzione ed a monitorare la corretta ed uniforme distribuzione dell’acqua“.
Sono state tante le voci accolte, quelle di agricoltori che si sono trovati da soli a dover fronteggiare questa problematica. Il malcontento continua a crescere. “Siamo stanchi di pagare per servizi che non riceviamo“.