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l'intervista

Sanità, De Luca (M5S): “Governo immobile. Sicilia suddita di Roma” CLICCA PER IL VIDEO

giovedì 16 Marzo 2023

Antonio De Luca, capogruppo del M5S all’Ars e componente della Commissione Salute, spiega ai microfoni de ilSicilia.it il caos che in questo momento alberga in tutti i pronto soccorso dell’Isola. Carenza, ormai cronica, di personale nei reparti, tempi infiniti di attesa per esami importanti e le frequenti aggressioni a medici e infermieri, accentuano la drammaticità dei fatti. Situazione critica al punto da istituire una sottocommissione ad hoc a Palazzo dei Normanni sui pronto soccorso siciliani, su proposta del movimento pentastellato e presieduta dallo stesso De Luca.

“Situazione critica, non solo per l’ eccesso di utilizzo dei pronto soccorso, ma anche per la mancanza di posti letto. A tutto questo si aggiunge una serie di appalti mai finiti e mancanza di sicurezza per gli operatori. La sottocommissione ha il compito di audire primari e direttori di tutti i pronto soccorso siciliani, i sindacati e l’Ordine dei Medici. Faremo un contatto anche con le prefetture , le associazioni e il tribunale per i diritti del malato in modo tale da avere contezza della situazione globale e capire le carenze strutturali. Sarà importante anche ascoltare i direttori delle Asp per capire quali sono le richieste e le risposte dell’ente che dovrebbe, tecnicamente, sopperire alle mancanze. In questo modo potremo formulare proposte attraverso una relazione dettagliata da fornire alla commissione di merito e al legislatore e sottoporla anche al presidente Schifani e all’assessore Volo. Il governo non si è mosso ad oggi, la situazione era disastrosa anche prima del Covid, con l’emergenza sono poi arrivati centinaia di milioni di euro che dovevano servire a creare posti letto, migliorare le strutture sanitarie per renderle maggiormente funzionali alle esigenze, ma in realtà non c’è nessun cantiere in Sicilia che è iniziato ed è finito secondo i termini per legge.”

De Luca non sarebbe d’accordo sul fatto che effettivamente possa esistere una leale collaborazione tra Roma e Sicilia. “Parlare di sinergia sarebbe bello, io credo che dovremmo parlare di sudditanza. In particolare, con il ddl sull’autonomia differenziata ci hanno tirato via le risorse, con vantaggi per quelle regioni che non soffrono l’insularità. Abbiamo denunciato che Roma ci sta sottraendo oltre un miliardo tra fondi extra regionali, nazionali e fondi FSC , quindi del fondo di sviluppo e coesione, che l’Europa stanzia per colmare le differenze tra Sud e Nord e che partono con un vincolo di territorialità, perché servono a ripianare il divario. Siccome la Sicilia non li ha spesi  – ed è colpa del governo Musumeci – anziché aiutarci ci affossano ancora di più e se li portano a Roma, eliminando il vincolo di territorialità. Aggiungiamo che portando avanti il sistema di autonomia differenziata, consentiranno di creare dei sostegni autonomi nelle regioni a statuto ordinario che già non soffrono il deficit dell’insularità e che vivono in un contesto sociale ed economico di maggior vantaggio rispetto alla Sicilia. E’ chiaro che il Nord avrà maggiori vantaggi: penso a stipendi più alti ad esempio. Penso anche al caro voli, viaggiare da Roma a Milano costa meno, andarci dalla Sicilia costa 700 euro. Sommando tutti questi aspetti, ne viene fuori che vengono a mancare opportunità per i nostri ragazzi e per le imprese. Perché chi governa la Sicilia mette la testa sotto la sabbia e non reagisce? Non ho mai visto nessuno tenersi le sberle e tornare a casa quasi fosse vittorioso. Nemmeno si arrabbiano, incredibile!” 

Sul buco di 400 milioni di euro nella sanità siciliana “Abbiamo acceso i riflettori dopo aver appreso la lettera dell’ex direttore Mario La Rocca. La ricetta  – che il governo non ha smentito e che secondo me è vera –  è che hanno chiesto alle Asp di tagliare il 5% delle spese per il personale e il 25% delle spese per investimenti. Se andiamo a tagliare le spese della sanità, ma cosa abbiamo imparato dal Covid? Quindi, ai precari Covid cosa stanno promettendo?. E’ chiaro che il personale sanitario e parasanitario dovrà essere inserito nelle aziende sanitarie e negli ospedali, non sarà così per tutti, tuttavia se il governo vuole realmente dare una prospettiva a questa importante categoria, occorrerà utilizzare tutti gli altri enti della Regione dove tecnici ed amministrativi potranno dare il loro contributo e previo concorso. Il governo Schifani sta prendendo in giro queste persone”.

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