Una selezione a due velocità, da una parte un elenco di una cinquantina di idonei, dall’altra un secondo file che contiene 40 “big” che non rientrano nell’hit parade dei “maggiormente idonei”. L’argomento, manco a dirlo, è quello degli aspiranti manager della sanità siciliana.
Oltre 100 candidati, una parte dei quali concorreranno per il traguardo finale, la gestione dei vertici della sanità nei territori siciliani.
Ecco il documento che riassume gli ammessi di prima fascia: DOC-20230804-WA0005.
Tra i “maggiormente idonei” e il secondo gruppo, “balla la possibilità di un bel pò di potenziali ricorsi” dal momento che il bando non faceva riferimento a questa bipartizione funzionale alle scelte.
Questa la storia degli ultimi mesi sul dossier “scottante” delle nomine.
In Sicilia sono commissariate tutte le nove aziende sanitarie provinciali, ma due hanno ancora al proprio vertice un direttore generale.
In sei strutture i commissari sono stati nominati con provvedimenti specifici tra il 2020 e il 2022, mentre le altre avevano una gestione ordinaria o con un direttore generale nominato nel 2019 per decreto del presidente della regione Nello Musumeci.
Nonostante il cambio di guardia al Governo regionale, avvenuto a settembre del 2022, con nuova giunta guidata da Renato Schifani, l’avviso pubblico per la selezione dei nuovi direttori generali è stato pubblicato il 29 dicembre. I direttori, nonostante andassero in scadenza il 31 dicembre, sono ad oggi ancora in carica con un commissariamento temporaneo, in attesa alla nuova nomina.
Quindi, la direzione dovrebbe cambiare, oltre che per le Asp anche per le Arnas Garibaldi (Catania) e Civico Di Cristina (Palermo), per le tre aziende ospedaliere Villa Sofia-Cervello (Palermo), il Papardo (Messina) e il Cannizzaro (Catania), i tre Policlinici (Palermo, Catania e Messina) e l’Irccs Bonino Puleio di Messina.
L’assegnazione ai candidati alle strutture, dovrebbe in teoria basarsi, oltre che per la selezione, anche alle caratteristiche dell’incarico da ricoprire. Per quanto riguarda i tre Policlinici universitari, scatta un passaggio in più, ossia l’intesa con i rispettivi rettori.