Giuseppe Santostefano ha vinto il premio come miglior attore protagonista nel cortometraggio “Ultimi Attimi (The Taste of Almonds)”. L’annuncio è arrivato dal Reale Film Festival, festival cinematografico internazionale dedicato ai cortometraggi del cinema reale, arrivato alla sua quinta edizione.
Ospite de ilSicilia.it, Santostefano ha condiviso la grande sorpresa nel ricevere il prestigioso riconoscimento. “Quando i ragazzi, che hanno girato il cortometraggio, mi hanno raccontato del premio pensavo fosse un festival come tanti. Chiaramente fa sempre piacere ricevere un premio. Poi mi hanno detto che era un festival internazionale“.
L’avvocato, il giudice, il medico legale: sono tanti i ruoli che Santostefano ha interpretato durante la sua carriere. Per “Ultimi Attimi” l’attore ne ha interpretato uno abbastanza inedito: “Mi hanno sempre chiamato per fare parti istituzionali. Ho accettato volentieri perché questa scrittura mi permetteva di affrontare un personaggio molto umano, concreto, severo con se stesso ed il mondo intero“.
La storia è ambientata nelle campagne siciliane e vede protagonista Totò, un vecchio contadino siciliano che coltiva mandorli. Dopo una vita tra le piante ed i campi, il film racconta i suoi ultimi momenti attraverso ricordi amari e nostalgie ed il complicato rapporto con la figlia, andata via di casa dopo la morte della madre.
Il cortometraggio è infatti un’importante riflessione sulla vita umana. Non a caso l’intento della manifestazione è promuovere il cinema come incontro tra popoli prestando attenzione a quelle opere che parlino dell’umanità e della sua realtà quotidiana.
La manifestazione premia cortometraggi da tutto il mondo: tedeschi, francesi, americani, ucraini, cinesi, canadesi. “Affrontare dei temi tradizionali della nostra terra credo sia importante, al di là dei film che si fanno in Sicilia impregnati di mafia, antimafia, stragi o magistrati. Quello che manca spesso in Sicilia è parlare dei sentimenti, di quello che sono la nostra cultura, i nostri stati d’animo, la nostra educazione, il nostro modo di sentire, la nostra accoglienza“.