E’ scontro sulla stabilizzazione dei 134 lavoratori dell’albo delle società partecipate della Regione Siciliana liquidate in questi anni. Da una parte il presidente dell’Assemblea regionale, Gianfranco Miccichè, secondo cui è possibile procedere alla loro assunzione a tempo indeterminato, dall’altra il presidente della SaS (Servizi ausiliari Sicilia), Marcello Caruso, secondo il quale l’unica strada percorribile è quella dell’assunzione con contratti a tempo determinato. Una contrapposizione che ha spinto Miccichè a criticare duramente Caruso, fino al punto di chiederne le dimissioni. Invito che è stato raccolto dal destinatario proprio in queste ore.
Si tratta degli ex dipendenti di Ciem, Lavoro Sicilia, Cerisdi, Spi, Quarit,Terme Di Sciacca, Sicilia e Ricerca e Sviluppo Italia Sicilia. Personale in possesso di titoli di studio e qualifiche professionali di cui l’amministrazione ha grande bisogno e che per questo motivo il governo e la maggioranza vorrebbero reintrodurre in pianta stabile all’interno dell’organico regionale. La maggior parte di loro, infatti, è laureata ed in possesso di competenze specifiche. Per Caruso, invece, questo non è possibile perchè SaS eroga servizi alla Regione sulla base di commesse a tempo. Pertanto, sempre secondo l’ormai ex presidente, la Società tra qualche potrebbe non essere più nelle condizioni di garantire il loro rapporto di lavoro.
Le sua scelta di fare un passo indietro, al contrario di quello che si potrebbe pensare, non risolve il problema perchè arriva a pochi giorni dal termine ultimo del 31 dicembre entro il quale si devono effettuare le assunzioni e in un momento in cui l’Assemblea regionale siciliana è alle prese con l’approvazione del bilancio.
Per Mimma Calabrò, della Fisascat Cisl, “i lavoratori hanno diritto ad essere stabilizzati, un diritto che non può essere negato a causa di intoppi di natura burocratica. Per questo abbiamo già chiesto un incontro al presidente Musumeci al quale chiediamo di prendere in mano la situazione affinchè dia le giuste direttive”.