Sicilia bocciata in quasi tutti gli indicatori di tutela socio-sanitaria offerti ai cittadini e anche sull’onestà.
La Trinacria, come tutto il Bel Paese a causa del Covid, ha subito una battuta d’arresto nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. La ripresa alla normalità, in mezzo a tante difficoltà, tra carenza di personale e finanziamenti del Governo nazionale, è ancora lenta.
Nel luglio 2023 la Regione Siciliana, però, ha avviato un piano per recuperare i quasi 40 mila ricoveri e 242 mila prestazioni ambulatoriali. In un batter d’occhio sono emersi dei furbetti nel sistema, tra agende chiuse, visite senza prenotazioni e attività di libero professionista interrompendo il pubblico servizio.
Le conseguenze
Un incremento della sfiducia dei cittadini verso il Sistema sanitario e verso i medici che costantemente fanno il loro lavoro con passione, sottopagati, costretti a fare turni infiniti per la carenza di personale che persiste e soggetti ad atti di violenza. Questi, difatti, sono i primi a puntare il dito sui colleghi.
“I medici che si sono comportati in modo poco decoroso, privilegiando la propria attività privata a quella istituzionale, vanno puniti e perseguiti. Danneggiano l’immagine della categoria ed i medici sono i primi a deprecare questo tipo di comportamento”. A dichiararlo è il segretario regionale del sindacato Cimo Giuseppe Bonsignore.
Il sindacalista ha voluto sottolineare che, però: “è in corso una campagna mediatica, orchestrata forse dalla politica, che mira un po’ a criminalizzare la categoria. “Le liste d’attesa non sono lunghe perché ì medici sono cattivi”, non è così. Le motivazioni sono tante come riduzioni di posti letti e del personale medico e infermieristico. Ma con quale personale si vuole rendere il servizio al cittadino nella sanità pubblica? E’ chiaro che l’offerta sanitaria si è drasticamente ridotta a causa di questi motivi”.
Le irregolarità in Sicilia
Nei mesi di luglio ed agosto i Carabinieri dei Nas, di concerto con il Ministero della Salute, hanno effettuato un’intensa attività di controllo per verificare la gestione delle liste di attesa per l’erogazione di prestazioni ambulatoriali, riconducibili a visite specialistiche ed esami diagnostici, afferenti al Servizio sanitario pubblico.
Ad essere denunciate 26 persone, tra medici e infermieri, ritenuti responsabili di reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio.
In 14 presidi ospedalieri e sanitari delle provincie di Palermo e Agrigento è stata riscontrata, inoltre, in 23 distinte unità operative e ambulatoriali, la sospensione delle prenotazioni per l’erogazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e strumentali (cosiddette agende chiuse).
Inoltre, è stato accertato che alcune prenotazioni non venivano fatte confluire nel sistema informatico del Cup, ma inserite in un registro cartaceo. 4 Nell’approfondimento investigativo relativo al blocco delle prenotazioni presso un ospedale palermitano sono stati deferiti all’autorità giudiziaria 3 medici, ritenuti responsabili di interruzione di pubblico servizio, per aver sospeso le prestazioni di gastroenterologia, ma, contemporaneamente, aver svolto attività libero professionale, determinando arbitrariamente volumi superiori a quelli consentiti transitandoli in prestazioni a pagamento a carico del paziente.
A Catania è stato denunciato in stato di libertà un medico di ortopedia e traumatologia di un presidio ospedaliero che eseguiva visite ambulatoriali a vantaggio di pazienti privi della prescritta prenotazione al Cup, bypassando il sistema di “lista d’attesa” e omettendo di richiedere il versamento del previsto ticket contributivo, in danno del Sistema sanitario regionale.