Carissimi
Gli anni passano, passano i secoli, ma davanti allo stesso quesito l’umanità fa sempre la stessa scelta.
Ogni anno quando si rilegge quel fondamentale passaggio, sogno una risposta diversa, anche alla luce di tutto ciò che in questi 2.000 è accaduto sotto i nostri occhi. Ma quanto sarebbe stato bello se anche in quel particolare momento storico fosse uscito un “2” in schedina?
Pensate alle conseguenze rivoluzionarie se alla domanda di Ponzio Pilato “volete libero Gesù o Barabba” la folla urlante di Gerusalemme avesse risposto come è giusto: “Gesù!”. Purtroppo, il potere dei sommi sacerdoti, i tradimenti, le invidie e la paraculagine dei romani fecero sì che un criminale (amico degli amici) fosse preferito a un predicatore che per tre anni aveva parlato d’amore, d’uguaglianza e aveva fatto gesti miracolosi davanti a masse plaudenti.
Per chi è credente come me, da tradizione familiare, costui era Gesù il figlio Dio e perno della nostra fede cristiana, per altri era un profeta, per altri ancora era uno “scappato di casa” che lascia un mestiere sicuro come il falegname, per andare in giro ad organizzare grandi eventi in compagnia di una “giunta” di tredici discepoli fatta prevalentemente di gente ignorante (pescatori) e traditori (chi per 30 denari, chi prima che il gallo cantasse).
Personalmente, accanto al simbolo della cristianità ho visto anche l’uomo e non è blasfemia parlarne così, poiché la blasfemia è soltanto frutto di un oscurantismo da relegare nei secoli passati e soprattutto uno strumento di governo del potere sulla ignoranza popolare.
Sappiamo che proprio affinché tutto nascesse era fondamentale che questo giovane di 33 anni morisse giustiziato attraverso la terribile pena di morte che i romani attribuivano ai criminali, la crocifissione.
Sappiamo pure che affinché tutto ciò si “compisse”, per usare le parole sacre, era necessario che i due poteri allora presenti nella Galilea trovassero un punto di complicità, ma così facendo, attraverso una scelta scellerata stabilirono la condanna di un innocente e l’inizio di una serie di devastanti (per loro) conseguenze.
Immaginate se la folla non avesse scelto Barabba, il giovane, così come ordinato dal governatore romano Ponzio Pilato, dopo le frustate sarebbe stato rimandato a casa o nella peggiore delle ipotesi avrebbe fatto un periodo di prigione, né più né meno che come Gandhi o Nelson Mandela, passando alla storia come uno dei tanti leader popolari o profeta, il cristianesimo non sarebbe nato, la religione ebraica non si sarebbe scissa, Gerusalemme non sarebbe stata distrutta nel 70 dopo cristo, non sarebbe esistita la chiesa come istituzione, non sarebbero esistite le crociate e i tribunali dell’inquisizione, non sarebbero esistiti i ghetti ebraici nelle città (“potenza di una scelta sbagliata”) ……. e mi voglio fermare qui, poiché sapete il danno che nei secoli ha fatto l’uso distorto della religione quale strumento di potere per governare le masse.
Voi mi potreste dire: “avremmo altri dei”. Si è vero, l’uomo ha una necessità di credere che vi sia qualcosa di superiore e poi vuoi mettere la potenza e l’importanza che “la chiesa cattolica” ha avuto nella storia?
Quanto sopra è inconfutabile, ma io continuo a chiedermi che male avesse fatto un giovane trentenne falegname, nella sua opera di predicazione, tale da dovere meritare la morte?
Parlare alla gente e dirgli che siamo tutti uguali e che la vera giustizia non è di questo mondo è devastante per coloro che hanno il “porco dentro”, leva loro il controllo del bisogno delle masse e l’amministrazione della “giustizia” e hai tolto qualunque privilegio, fermo restando che a differenza di quanto vogliono fare credere i monarchi, il potere non viene da Dio ma soltanto da antenati che prima di loro e come loro avevano rubato e assassinato.
Pertanto quante volte in questi 2.000 anni siamo stati chiamati a decidere tra un Gesù, un uomo onesto e un Barabba, un criminale e lazzarone? Non potremmo contarle, ma una cosa è certa, abbiamo sempre scelto Barabba anche a costo di mandare a morte o rovinare un innocente, perché stare dalla parte dei Barabba conviene sempre poiché non sappiamo quali forti poteri o interessi si nascondono dietro le loro figure.
Lo abbiamo fatto per salvare i nostri privilegi o le nostre vite? Poco importa se poi abbiamo pianto per non dimenticare e siamo finiti anche noi crocifissi a testa in giù, sarebbe bastato un momento, per una volta un po’ di coraggio invece di tacere e voltarci dall’altro lato. Buona Pasqua.
Un abbraccio, Epruno.