L’ormai ex Impregilo, oggi We Build, torna all’assalto del Comune di Taormina e rilancia le sue richieste “monstre” sul contenzioso che ha origine dalle opere di realizzazione dei parcheggi comunali.
La vicenda ormai nota è quella della battaglia giudiziaria in atto da un ventennio, scaturita dai lavori per il sistema di viabilità a Taormina che a suo tempo venne affidato (negli Anni Ottanta) all’allora Imprepar-Impregilo. All’inizio degli Anni Duemila il Comune decise di procedere alla rescissione del contratto e il colosso delle costruzioni ha avviato un’azione che ha visto la società prevalere in primo e secondo grado di giudizio. A quel punto sul Comune di Taormina pendeva la “spada di Damocle” di oltre 20 milioni da dover pagare ad Impregilo, ma la Cassazione a sorpresa accolse il ricorso della casa municipale e decise di rimandare il processo in Corte d’Appello per un nuovo procedimento. Da quel momento i successivi round sono stati favorevoli al Comune ma il braccio di ferro è ancora in atto su più fronti, con We Build che non molla la presa e continua a richiedere le somme pretese e ha anche scritto al Ministero dell’Interno nel contesto del piano di riequilibrio a suo tempo presentato dal Comune e poi bocciato dalla Corte dei Conti. Il Comune a sua volta chiede i danni con una maxi-istanza da 40 milioni di euro fondata sulle risultanze della Commissione di Collaudo dei parcheggi.
Adesso We Build si è fatta avanti nell’ambito delle richieste dei creditori al Comune, che sta rilevando la propria massa passiva a seguito del dissesto finanziario dichiarato dall’ente nel luglio 2021. Nel piano di riequilibrio, bocciato dalla Corte dei Conti, il debito complessivo del Comune di Taormina era di 18 milioni e a questo punto è “lievitato” a 63 milioni. Tra i 305 privati che si sono fatti avanti bussando alla porte del Comune di Taormina c’è anche e soprattutto We Build.
L’ex Impregilo è tornata alla carica con il Comune di Taormina iscrivendosi nell’elenco dei privati che hanno aderito all’avviso a farsi avanti, indetto dalla Commissione Liquidatoria verso i creditori che avanzano delle spettanze. E stavolta la multinazionale delle costruzioni ha chiesto 36 milioni, con una pretesa da 28+8 milioni. In pratica Webuild vorrebbe anche i 28 milioni del contenzioso che è ancora in attesa del giudizio della Cassazione e non solo gli 8 milioni che sono, invece, riferiti a sentenze già passate in giudicato. Quest’ultima somma era stata inserita a suo tempo nel piano di riequilibrio dal Comune ed è un pagamento che l’ente ha già messo in conto di dover onorare in ogni caso. Diverso il discorso per i 28 milioni sui quali Webuild continua ad insistere, in una battaglia che a suo tempo vide la società milanese vincere in primo e secondo grado ma con la Cassazione che nel 2010 poi accolse il ricorso del Comune rinviando la questione ad un nuovo processo in Corte di Appello.
Intanto, al di là del caso Impregilo, nel totale dei 63 milioni 199 mila euro chiesti dai vari creditori restano, comunque, sul tavolo altri 27 milioni di debiti. Ed è una cifra decisamente superiore ai 18 mln e 429 mila euro stimati nel piano di riequilibrio del 2018, tenendo anche conto che ci sono 2 milioni e mezzo di euro di debiti fuori bilancio e la Commissione Liquidatoria ha parlato di “ulteriori passività all’epoca (sempre nel 2018) non ancora contabilizzate”.