Si sono dati appuntamento stamattina in via Fattori, davanti la sede dell’Ufficio scolastico regionale a Palermo, per chiedere la stabilizzazione del loro posto di lavoro dopo circa 20 anni di precariato nelle scuole. Si tratta dei circa 350 amministrativi, tecnici e ausiliari siciliani, 800 in tutta Italia, assunti con contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Contratti che a partire dal prossimo anno non potranno più essere rinnovati, sia perchè cancellati dal Jobs Act sia perchè il Decreto Madia ha vietato per legge l’instaurazione, nonchè il rinnovo, di rapporti di questo tipo dentro la Pubblica amministrazione.
La trattativa tra sindacati e Miur, che va avanti da mesi, proprio in questi giorni diventa quindi calda, non solo perchè il 2018 è alle porte, ma anche perchè il Parlamento sta discutendo la legge di Bilancio, ovvero il provvedimento col quale si stabiliscono le spese dello Stato per il 2018.
“Preso atto dell’iter parlamentare che ad oggi disattende gli impegni presi dal Miur per la stabilizzazione di suddetto personale”, Nidil Cgil, Felsa Cisl e Ultemp Palermo “ritengono legittime le forti preoccupazioni per il futuro occupazionale” di questi lavoratori. Il Ministero aveva garantito il proprio sostegno per la loro stabilizzazione in occasione dell’approvazione della manovra finanziaria, ma ad oggi il governo non ha presentato nessun atto che vada in questa direzione.
Pertanto, dopo la manifestazione di oggi, le organizzazioni sindacali hanno deciso di indire un calendario di mobilitazioni a sostegno della vertenza.
Solidarietà è stata espressa dal senatore di Mdp – Articolo 1 Francesco Campanella. “Sono accanto a tutti i lavoratori con contratti co.co.co. che da decenni vengono utilizzati nelle segreterie scolastiche della scuola e che oggi sono scesi in piazza a protestare per salvare il proprio posto di lavoro. Personale che si aspettava di essere stabilizzato e che invece, improvvisamente, non si è visto rinnovare il contratto”.
“Il precariato pubblico è stato creato per generare consenso elettorale ed è stato mantenuto per tenere prigioniero quel consenso. – aggiunge – È una pratica che deve finire. vanno stabilizzate quelle situazioni che si sono protratte per tanto tempo da rovinare la vita di troppe persone, sottraendogli la possibilità di pianificare il proprio futuro”.