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Sicilia a rilento su lavoro e intelligenza artificiale, ma qual è la chiave per il futuro?

sabato 14 Dicembre 2024
Lavoro - Intelligenza Artificiale

L’intelligenza artificiale (IA) è ormai il motore di una trasformazione epocale che sta cambiando il mercato del lavoro a livello globale e locale. Da 2001 Odissea nello spazio a Blade Runner, da Terminator a Ex Machina, le AI al cinema hanno plasmato il nostro modo di vedere e rapportarci con questo tipo di tecnologie. Da sempre l’uomo ha riflettuto sui benefici ma anche sulle criticità che questo tipo di tecnologie così avanzate potessero avere sulle nostre vite, basti pensare per l’appunto al mondo del lavoro. In Italia, si stima che oltre 8,4 milioni di persone, pari a più di un terzo degli occupati, dovranno adattarsi a nuovi modi di lavorare. La Sicilia, con il suo tessuto economico composto per lo più da piccole e medie imprese (Pmi), si trova in una posizione critica: se da un lato è tra le regioni più esposte al cambiamento, dall’altro investe meno di qualsiasi altra regione italiana in questa tecnologia emergente. Per il momento l’AI sembra aver solo integrato, e non sostituito, le competenze delle professioni ad alta specializzazione.

Un mercato in crescita, ma con ritardi

Secondo l’associazione Anitec-Assinform, il mercato digitale in Sicilia ha raggiunto nel 2022 un valore di 2,6 miliardi di euro, rendendo la Regione il terzo mercato del Sud Italia, dopo Campania e Puglia. La Sicilia si distingue per il dinamismo nel settore delle tecnologie digitali, con iniziative significative soprattutto in agricoltura e turismo, settori strategici per l’economia locale.

Tuttavia, il livello di digitalizzazione delle imprese rimane un freno: solo il 61,3% delle aziende siciliane possiede un livello base di digitalizzazione, secondo il Digital Intensity Index. Questo dato evidenzia una marcata necessità di colmare il divario tecnologico per poter sfruttare appieno il potenziale dell’IA.

IA e mercato del lavoro: le nuove competenze richieste

Le applicazioni di intelligenza artificiale stanno iniziando a trasformare i processi aziendali, migliorando l’efficienza operativa e creando nuove opportunità di business. Tuttavia, l’impatto diretto sul mercato del lavoro siciliano è ancora limitato. Le imprese incontrano difficoltà nell’adozione di queste tecnologie a causa della carenza di competenze specialistiche e dell’insufficienza di infrastrutture tecnologiche adeguate.

Per stimolare l’adozione dell’IA, diversi enti e associazioni imprenditoriali stanno mettendo in campo programmi di supporto. Proprio Confindustria Sicilia ha sottolineato l’importanza di investire in formazione e infrastrutture tecnologiche, sottolineando l’importanza di un aggiornamento del mercato del lavoro,  durante l’undicesima tappa a Catania, dell’incontro “Intelligenza artificiale e PMI: esperienze da un futuro presente”.

Nonostante queste iniziative, i numeri evidenziano un ritardo significativo rispetto ad altre economie europee. In Italia, il mercato dell’IA ha raggiunto un volume di 435 milioni di euro nel 2022, con una previsione di crescita fino a 1,2 miliardi entro il 2026 (+28,9% annuo), ma la Sicilia deve ancora recuperare terreno per allinearsi a questa traiettoria.

Studenti e IA: la chiave per il futuro

parole-smart working-pc-computer-telelavoroL’intelligenza artificiale (IA) offre alle nuove generazioni un ventaglio di opportunità straordinarie, specialmente sul piano professionale. Le università italiane stanno infatti adattandosi a questa rivoluzione, ampliando i loro programmi accademici con corsi mirati in programmazione, analisi dei dati e altre competenze tecniche, per preparare i giovani a un mercato del lavoro sempre più orientato alla tecnologia.

Tuttavia, sebbene l’innovazione tecnologica sia cruciale, non possiamo permetterci di trascurare il valore intrinseco delle discipline umanistiche. Filosofi, linguisti e storici offrono prospettive indispensabili, in grado di arricchire il problem solving unendo logica e creatività. In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, è proprio il pensiero umano, con la sua capacità di interpretare e attribuire significato, a rappresentare la vera differenza.

Ad esempio, il dibattito su cosa sia reale o artificiale diventerà sempre più centrale man mano che l’IA evolve, creando simulazioni che sfidano la nostra percezione della realtà. Qui infatti è proprio l’uomo si rivela a rivelarsi insostituibile, poiché capace di distinguere e valutare ciò che è autentico da ciò che non lo è. Proprio in un recente articolo (CLICCA QUI), vi avevamo parlato della pericolosità del non riconoscere più cosa sia reale o no, e cosa no.

Investire nell’IA diventa quindi sì fondamentale, ma è altrettanto cruciale sarà continuare a coltivare il pensiero critico e la creatività umana. È questa combinazione unica, irriproducibile da qualunque macchina, che guiderà il futuro, bilanciando progresso tecnologico e valori umani.

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