La Sicilia che rincorre il risanamento della finanza pubblica conta in questo momento 85 enti locali su 390 tra quelli che si trovano già in dissesto, quelli in pre-dissesto, i Comuni “deficitari” e quelli che hanno già approntato il piano di rientro.
In Sicilia negli ultimi tre anni sono 30 i Comuni andati in dissesto, 28 quelli con i piani di rientro e solo tre quelli usciti dallo stato di dissesto, Caltagirone dal gennaio di quest’anno, Santa Venerina (dalla stessa data) e Comiso dall’ottobre del 2016.
Tra i Comuni in dissesto se ne trovano 7 in provincia di Catania, altrettanti in provincia di Palermo, 4 in provincia di Messina, 2 in provincia di Caltanissetta, 3 in provincia di Agrigento, 3 in provincia di Siracusa, 2 in provincia di Ragusa e 2 in provincia di Enna.
La categoria del pre-dissesto è stata introdotta nel 2012. Si tratta di una procedura che i comuni in crisi strutturale possono mettere in atto per evitare il dissesto vero e proprio, e consiste in un piano di riequilibrio pluriennale che può essere assistito dallo Stato, il quale può anticipare risorse attingendo ad uno specifico fondo, il Fondo rotativo. Gli enti locali cercano in questi casi di aumentare le entrate, incrementando la pressione fiscale e tagliando le spese.
Discorso poco incoraggiante anche per le ex Province. Gli enti intermedi che in più occasioni, a inizio legislatura, sono stati al centro dei pensieri del governatore siciliano Musumeci che non ha fatto mistero di volerne valorizzare funzioni, strutture e competenze, a partire dalla gestione nei territori dei rifiuti, si ritrovano sempre più a corto di ossigeno e oberati in maniera sproporzionata dal contributo che devono rendere allo Stato per il concorso alla finanza pubblica.
Il totale dei debiti fuori bilancio riconosciuti arriva a 7.599.399 euro e quelli da riconoscere a 4.401.839 euro, per un totale di quasi 12 milioni di euro. Debiti che per lo più scaturiscono da attività che gli enti hanno dovuto porre in essere spesso in assenza di copertura finanziaria e senza impegno di spesa. Il totale invece delle assegnazioni che dalla Regione sono arrivate alle ex Province fa registrare una cifra pari a 174.390.821,58 euro.
Sei enti su nove (libero Consorzio comunale di Agrigento, di Caltanissetta, di Enna, di Ragusa, Citta metropolitana di Palermo e di Catania) non hanno rispettato nell’anno 2017 il saldo di finanza pubblica.
Fondamentale a questo punto diventa l’interlocuzione del governo regionale con Roma per portare a casa con un’approfondita rinegoziazione i soldi che mancano agli enti di area vasta.