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Il braccio operativo della Regione

Sicilia Digitale, la vetrina delle occasioni perdute e il restyling del nuovo corso

giovedì 15 Giugno 2023

Da macchina “mangiasoldi” a carrozzone risanato, il passo non è breve. Sicilia Digitale, guidata dall’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio nella veste di amministratore delegato, ha approvato il consuntivo del 2022, con un ammontare di 45 mila euro di utili. Operativa da 16 anni, impegnati nell’attività di digitalizzazione della macchina regionale, pare che tutto sommato sia in piena salute, con 104 dipendenti e con un management di buon livello, proiettato verso la crescita e sfide future. Una partecipata strategica della Regione – che prende il posto della vecchia Sicilia e-Servizi –  è il punto di riferimento per gli investimenti in tecnologia di Palazzo d’Orléans. Diventata società in house (a totale partecipazione pubblica), è strumentale e strategica per l’amministrazione regionale “nell’area innovazione, attività informatiche e ICT”.

Tuttavia, non è stato – e non è – tutto rose e fiori. La Società, oggi nelle mani della Regione al 100%, ha in corso contenziosi storici da circa 10 anni, tra l’amministrazione regionale e l’ex socio privato. Vertenze che saranno oggetto della decisione da parte della Corte dei Conti, prevista per l’anno prossimo. La partecipata in questione sta cercando di risolvere le questioni giudiziarie, anche col personale, con l’attenzione che merita questa azienda, oggi in grande rilancio. 

La società interagisce con gli uffici della Regione coadiuvandoli in termini di gestione, per conto della p.a., delle piattaforme informatiche: dal sito della Regione a collaborazioni sviluppate recentemente con alcuni degli assessorati. L’intento del governatore Schifani è proprio quello di utilizzare Sicilia Digitale per tutto quello che ha che vedere con l’informatica della Regione. I servizi, direttamente affidati all’azienda senza gara d’appalto, sono finalizzati alla trasformazione in toto della Pubblica Amministrazione: ammodernamento e riorganizzazione per la crescita dell’economia isolana.

L’auspicio della dirigenza è aumentare i contratti di servizio per realizzare progetti e, di conseguenza, il fatturato. Introiti importanti per portare a termine le commesse, garantire i bilanci e le risorse umane. D’altronde parliamo di un ente che da braccio pratico alla macchina regionale.  La scommessa del rilancio passa anche da un reale utilizzo funzionale delle risorse informatiche da mettere al servizio degli uffici della Regione. Più volte l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè aveva posto l’accento sul fatto che i dipendenti regionali non fossero sufficientemente “smart”. Adesso è il momento di dimostrare il contrario.

 

 

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