Il deputato regionale del Pd Dario Safina, in una lettera aperta sulla gestione dei rifiuti in Sicilia, indirizzata, tra l’altro, al presidente della Regione Renato Schifani, all’assessore all’Energia Roberto Di Mauro e al presidente dell’Anci Sicilia Paolo Amenta, afferma che “la fallimentare gestione dei rifiuti paga il prezzo dell’immobilismo politico e governativo che vede periodicamente affrontare il tema solo in prossimità dell’emergenza. Prova ne sia l’ennesimo paventato aumento del 20% della Tari per il trasferimento all’estero dei rifiuti. Un vero e proprio paradosso se si pensa che già in Sicilia paghiamo costi incommensurabilmente maggiori rispetto ad altre regioni”.
Secondo Safina, “l’approccio finora utilizzato è stato quello di lanciare fumo negli occhi annunciando il ricorso ai termovalorizzatori, ma questa soluzione rappresenta un segmento non prevalente”. Le direttive europee 2008/98 e 2018/851 prevedono una precisa gerarchia: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, altro recupero (per esempio di energia), smaltimento”.
Alcuni degli obiettivi delle direttive sono i seguenti: 65% per il riciclaggio dei rifiuti urbani entro il 2035 (del 55% entro il 2025 e del 60% entro il 2030); 70% per il riciclaggio dei rifiuti d’imballaggio entro il 2030; riduzione del collocamento in discarica a un massimo del 10% entro il 2035.
“L’ulteriore paventato aumento della Tari avrà un forte impatto negativo. Il rischio è quello di vanificare gli sforzi per migliorare la raccolta differenziata. Nel dossier ‘Comuni ricicloni Sicilia 2022’ sono 231 i gli enti che hanno superato il 65% e rappresentano il 60% dei comuni, con oltre 2 milioni di cittadini. Regioni come l’Emilia Romagna, avanti nell’economia circolare, hanno spento il primo inceneritore. La Sicilia è l’unica a non aver superato il 50% di riciclaggio”.
Safina segnala “la questione degli insufficienti impianti di smaltimento del percolato e dei fanghi da depurazione e in ambito di economia circolare, non si può non guardare allo sviluppo del biometano. Il dibattito non si può ridurre a ‘inceneritori si o ‘inceneritori no’, ma deve tenere alta l’attenzione sull’impiantistica per realizzare l’economia circolare. Quella del Pnrr è una sfida che non possiamo perdere”, conclude.