La sicurezza digitale rappresenta un tema cruciale nel dibattito pubblico, l’Italia e la Sicilia si trovano a un bivio tra dati oggettivi e percezioni soggettive. L’indagine “La criminalità: tra realtà e rappresentazione”, frutto della collaborazione tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e l’Eurispes, offre uno sguardo approfondito sulla preoccupante crescita dei reati informatici e di violazione privacy e la complessa intersezione tra sicurezza, criminalità e percezione del rischio tra i cittadini.
Sicurezza digitale in Italia e Sicilia: “appetiti criminali” delle mafie internazionali e nazionali
La ricerca condotta dall’Eurispes pone in luce l’evoluzione degli ultimi anni, attraverso la straordinaria fase della pandemia e le sue implicazioni, rilevando l’ascesa preoccupante dei reati informatici. Questa categoria criminale, in continua evoluzione e rappresentante la nuova frontiera del crimine, solleva interrogativi cruciali sulla sicurezza digitale, minacciando non solo il mondo organizzato ma anche la vita quotidiana dei cittadini.
I dati dell’ultimo rapporto semestrale della Dia che ilSicilia.it aveva descritto nell’articolo Mafie digitali: il nuovo orizzonte criminale nel “mondo virtuale” , avevano già segnalato il preoccupante e crescente “impegno” della criminalità organizzata ad abbracciare sempre più le tecnologie digitali, con una particolare attenzione per il metaverso e il dark web, dimostrando una notevole abilità nel comprendere e sfruttare le trasformazioni tecnologiche, aprendo nuove strade per le loro attività illecite.
In Sicilia, in un articolo pubblicato ad agosto 2023, Gabriele Urzì, dirigente nazionale FABI e Responsabile Salute e Sicurezza FABI Palermo, ad esempio aveva lanciato un “allert” importante sul fenomeno delle truffe bancarie dichiarando che “la diffusione delle truffe bancarie online ormai è diventata un problema sociale da combattere con una ‘educazione digitale’ e con una massiccia campagna di informazione e in questo quadro, è apprezzabile l’ulteriore iniziativa di ABI, l’Associazione Bancaria Italiana che, con la collaborazione delle associazioni dei consumatori che lavorano con ABI al Progetto Trasparenza Semplice, della Polizia di Stato, di Certfin, Ossif e di Abilab, hanno predisposto dei vademecum, pubblicizzati ieri, per contrastare i crimini informatici e le truffe e per accrescere la sicurezza degli utenti”.
La cronaca locale riporta quotidianamente di truffe online e furti d’identità a tanti cittadini e attacchi informatici ad aziende e strutture pubbliche con danni economici sempre più importanti e che incidono sul benessere e la crescita del paese.
Sicurezza digitale in Italia: Un quadro completo dei dati
I reati informatici emergono come una vera e propria emergenza, contraddicendo la tendenza generale degli altri tipi di crimini.
Governi, istituzioni ed aziende hanno già riconosciuto la sicurezza informatica come una priorità, ma anche i cittadini privati, sempre più attivi online, sperimentano le insidie del Web nelle attività quotidiane come home banking, e-commerce e utilizzo della posta digitale, così come nella partecipazione ai social network.
Dati allarmanti emergono: oltre un quinto degli italiani (21,6%) è stato vittima di truffe negli acquisti online, mentre il secondo reato informatico più diffuso riguarda le richieste di denaro con inganno, simulando amicizie o parentele in difficoltà (18,7%). Seguono la sottrazione di dati di autenticazione (17,8%), l’inganno da falsa identità (14,4%), il furto di identità (13,7%), il cyber stalking (10%) e la violazione dell’account di posta elettronica (9,1%).
I reati informatici, come il ransomware (6,5%) e il revenge porn (6%), rappresentano sfide aggiuntive, mentre il contesto della pandemia ha introdotto nuove dinamiche e livelli di devianza.
Analizzando le vittime di questi reati in base all’età, emergono tendenze interessanti. Gli anziani, che utilizzano meno la rete, subiscono minormente questi crimini, mentre le differenze tra le altre fasce d’età sono meno nette. I giovani adulti (18-24 anni) sono particolarmente colpiti dalle richieste di denaro con inganno (24,7%), mentre i 25-34enni sperimentano un picco nelle truffe online (33,1%).
La fascia d’età tra i 25 e i 34 anni presenta anche la percentuale più alta per il furto d’identità (23,1%), il cyber stalking (16,2%) e la violazione dell’account di posta elettronica (15,4%).
Inoltre, l’indagine rivela una correlazione tra il livello di istruzione e l’incidenza di reati informatici. Coloro con un titolo di studio elevato sono più esposti alla sottrazione di dati di autenticazione (22,4%), alle truffe negli acquisti online (24,7%), al furto d’identità (16%), e all’inganno da falsa identità (16,9%).
Questo suggerisce che coloro che sono più attivi online, spesso con un titolo di studio più elevato, incorrono più frequentemente in insidie legate alla rete.
La dimensione della violazione della privacy emerge anche come un aspetto rilevante, coinvolgendo soprattutto i giovani, che sono attivi su Internet e sui social network.
Un quinto degli intervistati ha riferito di violazioni della propria privacy online, dal contatto insistente (20,6%) alla pubblicazione non autorizzata di foto (19,6%) e video (15,8%). Meno diffusa è la diffusione online di informazioni false e diffamatorie (8,9%).
La tendenza generale è che i giovani, più esposti online, siano soggetti a una maggiore violazione della privacy. Ad esempio, i ragazzi di 18-24 anni hanno riferito di essere particolarmente disturbati dalla pubblicazione online di frasi personali (34,8%) e dalla pubblicazione non autorizzata di foto (32,6%). Queste dinamiche diminuiscono tra gli adulti e sono rare tra gli anziani.
Conclusioni: “La necessità di un quadro evoluto di strategie di prevenzione e contrasto”
In conclusione, l’indagine fornisce un quadro completo e dettagliato dei reati informatici in Italia, dimostrando che la sicurezza digitale è una sfida sempre più urgente. La distinzione tra dati oggettivi e percezioni soggettive è fondamentale per affrontare efficacemente questa emergenza, fornendo un’analisi basata su fatti concreti e orientata a una comprensione corretta dei fenomeni. La sicurezza digitale non è solo un problema governativo o aziendale; coinvolge tutti noi, cittadini digitali, nel creare un ambiente online sicuro.
La sensazione diffusa di paura e incertezza, alimentata da continue emergenze come la pandemia, il conflitto russo-ucraino e i disastri climatici, ha portato a un diffuso scetticismo verso il futuro e il prossimo. Tuttavia, l’indagine ha fornito un’analisi basata su dati concreti e una visione d’insieme, al di là dei cliché e degli allarmismi e rivela la crescente complessità delle sfide digitali che la società moderna deve affrontare. La necessità di proteggere la sicurezza digitale diventa cruciale in un contesto in cui la tecnologia avanza rapidamente, mettendo a rischio la nostra privacy e la stabilità delle istituzioni. L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale negli ultimi anni ha acquisito un ruolo strategico e intensificato le sue attività di monitoraggio, analisi e contrasto del fenomeno e della sicurezza delle infrastrutture digitali più importanti del paese.
L’Agenzia è stata istituita dal Decreto Legge n.82 del 14 giugno 2021 e ha ridefinito l’architettura nazionale di cybersicurezza, con l’obiettivo di razionalizzare e semplificare il sistema di competenze esistenti a livello nazionale, valorizzando ulteriormente gli aspetti di sicurezza e resilienza cibernetiche, a tutela della sicurezza nazionale nello spazio cibernetico, cercando di prevenire e mitigare il maggior numero di attacchi cibernetici e di favorire il raggiungimento dell’autonomia tecnologica. Tra i principali compiti dell’Agenzia c’è l’attuazione della Strategia Nazionale di Cybersicurezza, adottata dal Presidente del Consiglio, che contiene gli obiettivi da perseguire entro il 2026.
Altro ruolo importante svolge la Polizia Postale e delle Comunicazioni, che con la legge riforma dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, ha portato alla creazione di una unità “specializzata” della Polizia di Stato all’avanguardia nell’azione di prevenzione e contrasto della criminalità informatica e a garanzia dei valori costituzionali della segretezza della corrispondenza e della libertà di ogni forma di comunicazione.
E negli anni ha visto crescere e aumentare lo sforzo operativo in direzione del continuo adeguamento della propria risposta alle nuove frontiere tecnologiche della delinquenza e la criminalità organizzata nazionale e internazionale. La Polizia Postale e delle Comunicazioni è presente su tutto il territorio nazionale attraverso i 20 Compartimenti, con competenza regionale e Sezioni con competenza provinciale, coordinati a livello centrale dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Nell’affrontare la realtà dei reati informatici, l’indagine si pone come guida affidabile nella comprensione di questo fenomeno in crescita, separando il rischio reale da quello percepito. Attraverso dati oggettivi e un’analisi storica, l’obiettivo è chiarire il contesto, fornendo una base solida per la definizione di strategie di prevenzione e contrasto.
Viviamo in un’epoca in cui la digitalizzazione ha permeato ogni aspetto della società, accelerando ulteriormente durante gli anni della pandemia. Anche in un paese storicamente “in ritardo” nel campo informatico come l’Italia, la trasformazione è evidente, portando con sé una sfida crescente: i reati che si stanno trasferendo dal mondo fisico a quello digitale.
Campagne di sensibilizzazione all’uso responsabile dei media e degli strumenti digitali, programmi scolastici o incontri di educazione digitale pubbliche nei quartieri (o in rete) da parte delle forze dell’ordine, aziende del settore, associazioni e comitati locali e di quartiere, all’interno delle scuole ai vari gradi andrebbero implementate ulteriormente con maggiori risorse economiche e con una regia nazionale e regionale, capillare e organizzata, di concerto con il Terzo Settore ed esperti del settore della cybersicurezza.
Ci sono stati interessanti progetti all’interno delle scuole come Edu-social Algorithm, innovativo progetto sperimentale di apprendimento e studio che ilSicilia.it aveva descritto nel novembre 2022 (PALERMO, A SCUOLA CON INSTAGRAM: ECCO IL PROGETTO “EDU-SOCIAL ALGORITHM”) e che utilizza gli smartphone in aula collegati ad Instagram con specifici account denominati “Edu” e coinvolgendo 7 classi, 105 studenti e 57 docenti di tre scuole secondarie di primo grado di Palermo. hanno pienamente dimostrato che il “corretto uso” delle tecnologie con l’apporto di tutor specializzati è possibile imparare, potenziare la didattica e renderla più attrattiva per i ragazzi e le ragazze della Generazione Alpha (generazione nata dall’anno 2010).
Un risultato che è stato premiato a livello europeo, con il riconoscimento alla 13esima edizione del Premio “Lovie Awards 2023” per la categoria Science, Education & Discovery in Social,che valuta le migliori innovazioni digitali realizzate in Europa, distinguendosi per il valore sociale apportato nel mondo di Internet e nella trasformazione dei social network in ambienti didattici.
In un’era in cui la tecnologia ci connette e sfida simultaneamente, la sicurezza digitale emerge come uno degli aspetti cruciali del nostro vivere quotidiano, e la consapevolezza di queste sfide è fondamentale per costruire un futuro più sicuro e resiliente.
Nota metodologica
L’indagine, condotta tra gennaio e febbraio 2023, è stata realizzata su un campione probabilistico stratificato in base alla distribuzione della popolazione per sesso, classe d’età (18-24 anni; 25-34 anni; 35-44 anni; 45-64 anni; 65 anni ed oltre) ed area geografica (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole) risultante dai dati dell’ultimo Censimento Istat.
La somministrazione di 1.026 questionari face to face, strutturati con risposte chiuse, ha garantito un’elevata partecipazione e agevolato l’analisi. Esplorando temi legati a criminalità e sicurezza, l’indagine ha focalizzato l’attenzione su reati informatici e violazioni della privacy. La metodologia adottata ha facilitato la standardizzazione delle risposte e la codifica dei dati.
Fonte Dati: indagine Eurispes – “La criminalità tra realtà e percezione”