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Sindaco di Messina: “Ogni voto dato a Musolino alle Europee è un voto per De Luca presidente della Regione”

lunedì 13 Maggio 2019
Cateno De Luca

“In base ai risultati delle Europee del 26 maggio si decideranno scenari cruciali per la Sicilia. Chi vota per Dafne Musolino dà un voto a Cateno De Luca prossimo presidente della Regione. Io non sono politicamente disoccupato e dal Parlamento mi sono dimesso per stare sul territorio, e ripartendo da qui voglio espugnare Palazzo d’Orleans, per costruire – dopo averla demolita – una Regione diversa e che sia finalmente all’altezza delle aspettative dei siciliani e delle grandi potenzialità di queste terra”. Così Cateno De Luca lancia la sfida nella sfida, non soltanto a sostegno di Dafne Musolino per le imminenti elezioni Europee ma anche per la futura corsa alla carica di governatore. De Luca non fa più mistero di puntare alla successione a Nello Musumeci e non fa più mistero di quella che definisce “una sfida naturale”. 

“La candidatura di Dafne Musolino – afferma De Luca – è una sfida, una necessità di dotare la città e la provincia di Messina di un europarlamentare come non accade da troppi anni. Nel 1976 venne eletto Pancrazio De Pasquale, giardinese poi trasferitosi a Messina, unico vero europarlamentare che abbia avuto Messina e Provincia, tra il 1976 e il 1980. La prima mozione presentata in Europa per il Ponte sullo Stretto fu presentata dall’allora esponente del partito comunista De Pasquale, ed è un documento di una lucidità incredibile perché è attualissimo ancora oggi. De Pasquale riuscì a portare in Europa l’esigenza assoluta di realizzare il Ponte sullo Stretto e da allora è passato mezzo secolo o quasi. Oggi l’idiozia di certe barriere frena lo sviluppo e si dice che chi vuole il ponte è di centrodestra e chi non lo vuole è di sinistra, ma quando ci sono uomini e donne illuminati l’ideologia non conta e l’unico cosa fondamentale è lo sviluppo del territorio”.

“Bisogna arrivare ad un risultato il 26 maggio e sono convinto che il voto utile sarà determinante. Bisogna andare oltre le solite proteste dei leoni da tastiera, che criticano senza poi dare delle soluzioni ai problemi. Ognuno di noi ha gli occhi, vede e valuta quello che abbiamo di fronte. E’ facile criticare De Luca ma poi non viene spiegata quale sia l’alternativa, mentre io sono sempre stato coerente. Siamo partiti con Sicilia Vera insieme all’Udc, e quell’accordo è stato ora mutuato con Forza Italia. Non è velleitaria la sfida che abbiamo lanciato. Dafne Musolino è il candidato del sindaco della Città Metropolitana di Messina e non è poco. Sappiamo che serve un territorio compatto e certamente lo sarà, a sostegno di questa candidatura. Sappiamo anche che serviranno le convergenze e saper fare sintesi su questa battaglia per dotare Messina di un europarlamentare che possa rappresentarci e correggere le storture che sino ad oggi ci penalizzano e che soffrono per le decisioni che si prendono in sede europea”.

Poi De Luca attacca la Lega e spiana la strada alla sua scalata alla presidenza della Regione: “Non possiamo più consentire il pascolo abusivo della Lega che viene qui e lo fa con qualche amico che va dicendo che più voto verranno portati alla Lega e più possibilità ci saranno di entrare alla Camera. Qualcuno sta pietendo il voto per le Europeo e allora io rispondo a modo mio. Io dico ai cittadini che ogni voto che verrà dato a Dafne Musolino è una probabilità in più di portare Cateno De Luca a diventare il prossimo presidente della Regione Siciliana. La gente deve mettere sul piatto della bilancia e scegliere se conta di più avere un parlamentare che alza la manina a Roma o avere il presidente della Regione che viene espresso da Messina. Nella geopolitica che conta ci hanno lasciato sinora ai margini ma ora potrebbe arrivare un riconoscimento per il territorio e si apre una nuova fase”. 

“Nel 2012 – continua De Luca – alcuni ridevano quando lanciai la mia candidatura a sindaco di Santa Teresa di Riva, dicendo che io da sindaco di Fiumedinisi non sarei potuto diventare primo cittadino in una località più grande. Poi nel 2017 annunciai l’1 aprile la mia candidatura a sindaco di Messina e anche allora si pensò che fosse un “pesce di Aprile” e dissero: “Messina non è Fiumedinisi e non è Santa Teresa di Riva. Poi sappiamo com’è andata e ho vinto sempre. Ora che ho lanciato la sfida per la presidenza della Regione, diranno che “Palermo e Palazzo d’Orleans non sono Messina e Palazzo Zanca”, e vedremo come andrà. Io ho 30 anni di esperienza nei palazzo municipali, ho fatto tutti i gradini politici e sono passato dal governare mille abitanti a 10 mila e poi a 250 mila del capoluogo ed è logico che la sfida naturale ora diventa quella di fare il presidente della Regione. Non ho mai fatto mistero del mio egocentrismo, ma rispetto al deserto dei tartari che c’è è arrivato il momento di Cateno De Luca a Palazzo d’Orleans. La sfida la lancio e lo faccio con grande senso di responsabilità”.

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