Siracusa nel corso dei secoli è stata una città importantissima anche dal punto di vista strategico e geopolitico. Non a caso la città aretusea fu capitale dell’impero romano d’oriente (chiamato bizantino), seppur per un periodo di tempo piuttosto breve, dal 663 al 668 d. C. Cinque anni sono pochissimi, soprattutto se si tiene conto della storia millenaria dell’Impero. Ma la scelta di Siracusa come capitale è indicativa di una mentalità ben precisa, dell’importanza strategica che la città, e con essa la Sicilia, conservava. Ma per poter comprendere meglio le dinamiche geopolitiche bisogna andare con ordine.
Siracusa, favorita da una posizione geografica privilegiata, fu una città cosmopolita, snodo nevralgico dei commerci tra Mediterraneo orientale e occidentale, tra Mediterraneo meridionale e settentrionale. Una città dove non soltanto confluivano merci provenienti dai quattro angoli del “mare nostrum” ma confluivano anche popolazioni di culture differenti, individui provenienti dalla Grecia, dall’Asia Minore, dalla Siria e dall’Africa. E fu pure teatro di dinamismi religiosi: dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme e la diaspora, la città aretusea fu sede di una delle più antiche comunità ebraiche della Sicilia. Fu l’imperatore Costante II a scegliere Siracusa come capitale imperiale nel 663 d. C. Evidentemente non era tramontata l’idea e la speranza di ricostituire il potere imperiale nella parte occidentale dell’impero, quella parte che nel 476, data convenzionale, aveva perduto la rappresentanza istituzionale imperiale. In realtà l’impero non era davvero finito in Occidente. Non a caso molti sovrani dei regni romano-barbarici ottennero la legittimazione imperiale e si fregiarono di titoli della gerarchia imperiale romana così come delle insegne del comando militare romano, pensiamo ad esempio al re franco Clodoveo. Quindi tanti sovrani di origine barbara erano legati e subordinati, almeno formalmente, all’imperatore d’Oriente, agendo in sua vece e in suo nome.
L’idea di un impero unito politicamente continuò ad animare la compagine imperiale orientale con dei riflessi anche sul piano culturale. Infatti, quelli che noi chiamiamo erroneamente “bizantini” non sono mai esistiti, in quanto essi si definivano “romani” e mai si definiranno “bizantini” che è un termine elaborato nel XV secolo in ambienti umanistici. E d’altra parte i musulmani, soprattutto nei secoli dell’Alto Medioevo, continuarono a definire il Mediterraneo come “il mare dei romani”. Per cui, l’idea di continuità con l’antico impero romano era molto forte.
Nel 663 d. C. la designazione di Siracusa come capitale dell’impero greco-romano (bizantino) è un atto che ci dice tante cose. Innanzitutto, ci testimonia che il baricentro geopolitico dell’impero, in un contesto nel quale sembrava possibile ricostituire l’unità imperiale, è sempre più il Mediterraneo. Inoltre, ci dice che la Sicilia era una regione di fondamentale importanza per il controllo dell’Occidente. L’Isola veniva pensata come fulcro nevralgico dell’impero che, nelle intenzioni degli imperatori, si sarebbe dovuto estendere di nuovo in tutto l’Occidente.
Alla fine del V secolo l’imperatore Zenone era riuscito a stringere quella che egli riteneva essere un’alleanza strategica con Teodorico, re degli Ostrogoti. Quest’ultimo, infatti, divenendo re d’Italia, assunse il potere in nome e per conto dell’imperatore. Zenone in questo modo credeva, mediante Teodorico, di poter mantenere il controllo sulla Penisola. In tale quadro la Sicilia ricopriva la funzione di avamposto militare e confine sud-occidentale dell’impero. E nella guerra greco-gotica (535-553 d. C.), volta a riconquistare l’Occidente, l’imperatore Giustiniano era ben consapevole che il controllo della Sicilia era di vitale importanza. Infatti, già due anni prima, nel 533, l’Isola era stata testa di ponte imprescindibile per la conquista “bizantina” dell’Africa, attraverso una flotta comandata dal generale Belisario che proprio a Siracusa aveva stabilito la base logistica più importante. La Sicilia uscì stremata dalla guerra greco-gotica ma essa, ormai, era sotto il pieno controllo greco-romano. Giustiniano con la Pragmatica sanctio cercò di riorganizzare l’Isola dal punto di vista politico-amministrativo, tentando di rompere i legami tra la Sicilia e l’Italia affinché s’intensificassero i rapporti con Costantinopoli. Quindi, la Sicilia era direttamente controllata da Costantinopoli e non era dipendente dall’esarcato di Ravenna. Certamente, la conquista longobarda e la fondazione del ducato di Benevento nel 570 determinarono una frammentazione del controllo “bizantino” sull’Italia.
Nella “Vita di Zosimo”, vescovo greco di Siracusa nel periodo immediatamente precedente all’impero di Costante II (641-668), emergono informazioni interessanti sulla Siracusa del periodo, dove emergono numerosi cambiamenti urbanistici. In particolar modo, le maggiori attenzioni vengono riservate ad Ortigia che con i suoi due porti era funzionale alle necessità militari e difensive ma anche economiche e commerciali: non a caso Ortigia divenne il cuore del potere politico e religioso “bizantino”. Infatti, anche la dimensione religiosa giocò un ruolo rilevante nella decisione, da parte di Costante II, di designare Siracusa capitale imperiale: il tempio pagano Athenaion, già da tempo chiesa cristiana, venne elevato in cattedrale divenendo il centro del potere religioso siracusano. Vi era chi intendeva riavvicinare la Chiesa di Siracusa con la Chiesa di Roma ma il clero greco spingeva per una maggior orientalizzazione dell’ecclesia siracusana.
Siracusa, come abbiamo potuto vedere, oltre a possedere i requisiti geografici, geopolitici, strategici, militari e religiosi, possedeva anche quelli economici per diventare capitale. Infatti, la città era lo snodo di reti commerciali internazionali, gestite e controllate da greci, siriani ed ebrei. Tutto ciò nell’ottica di una politica estera articolata finalizzata a contenere la nuova potenza islamica, sottrarre ai longobardi i territori da loro controllati nella Penisola e proseguire nella politica antipapale. Siracusa, quindi, non a caso fu scelta da Costante II come capitale dell’impero romano ma venne scelta in quanto era dotata di tutte le caratteristiche necessarie per farne il fulcro di un grande e potente impero che poteva vantare una storia ultra millenaria.