“Attivare le procedure per l’ingresso di Siracusa nell’Autorità di Sistema Portuale“. E’ la proposta lanciata dall’opposizione all’Amministrazione di Siracusa ed è un’idea che a sorpresa trova un’apertura nell’esecutivo del sindaco Francesco Italia. Nella prima seduta del 2024 del Consiglio comunale di Siracusa il gruppo del Partito Democratico ha lanciato ai vertici di Palazzo Vermexio la richiesta di prendere in considerazione questa soluzione, partendo dalla premessa che “ad oggi il gettito delle tasse di ancoraggio e delle tasse portuali pagate dalle navi che fanno scalo a Santa Panagia e nel porto grande finiscono nelle casse della Regione Siciliana”.
I democratici hanno anche richiamato il recente problema verificatosi al porto grande di Siracusa a seguito della rottura degli ormeggi della nave MSC Sinfonia. Da qui la richiesta di investire sulla portualità in una prospettiva che possa dare al territorio nuove prospettive e maggiori risorse economiche e per lo sviluppo della filiera produttiva locale.
Per i democratici “il problema politico risiede nel fatto che la nave fosse ormeggiata da tempo nella banchina numero 3 anziché nella banchina numero 2, che è quella congeniale all’accosto delle navi da crociera di grandi dimensioni e che però è da numerosi anni inagibile a causa dei fondali che non presentano una profondità adeguata e che andrebbero dragati con un notevole impegno di spesa. Impegno di spesa fronteggiabile in modo più agevole da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale”. In sostanza, il gettito delle tasse di ancoraggio e delle tasse portuali pagate dalle navi che fanno scalo a Santa Panagia e nel porto grande finisce nelle casse della Regione Siciliana (il 50% della tassa di ancoraggio) e nelle casse dello Stato (il 50% della tassa di ancoraggio ed il 100% della tassa portuale). Se Siracusa dovesse decidere di aderire all’Autorità Portuale il gettito di queste tasse, che ammonta ad oltre 10 milioni di euro all’anno, rimarrebbe nella disponibilità dell’Autorità con la possibilità di reinvestirlo in infrastrutture portuali.
“E’ chiaro che va fatta una riflessione sulla portualità, dobbiamo uscire dalla “tenaglia” che c’è attualmente tra Pozzallo, Catania e Augusta – spiega il vicesindaco Edy Bandiera -. Io ero e sono a favore all’ingresso di Siracusa nell’Autorità Portuale e non ho problemi a dirlo. La decisione competerà al Consiglio comunale, nel frattempo l’Amministrazione sta portando avanti delle politiche portuali e abbiamo fatto anche delle verifiche, con dei rilievi sotto la banchina n.2 per verificare se ci sono le condizioni per il dragaggio. Il tema dell’ingresso nell’Autorità di Sistema Portuale ci porta ad almeno 10 anni fa, quando nel Pd colui che divenne poi sindaco della città, Giancarlo Garozzo era contrario a questa ipotesi dell’ingresso nell’Autorità Portuale e parlò di “perdita di sovranità”, mentre lo zio Aldo, che era commissario dell’Autorità Portuale, evidenziava gli effetti positivi che avrebbe potuto determinare questa adesione. Io invece ero d’accordo con il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale. Augusta aveva allora 80 milioni in un “cassetto” di utili e non si potevano spendere forse neanche a Catania, perché lì c’è un porto piccolo. Nessuna polemica da parte mia e rispetto per tutti, la mia è solo una riflessione su come sono andate le cose e su come potrebbero andare oggi, tenendo conto evidentemente che i tempi sono cambiati ma possono esserci, comunque, le condizioni per percorrere questa strada. Auspico un dibattito politico, anche perché il nostro porto è un sito “Sin” (Sito di Interesse Nazionale) e diventa complicato ogni volta immaginare di realizzare delle opere. Sono certo che se si andrà in Consiglio comunale per valutare questa opportunità una soluzione la si potrà trovare”.