E’ andata bene, ma poteva andare molto meglio. Il “cigno nero” della vicenda Sac, con l’incendio all’aeroporto del 16 luglio, è una discriminante che divide a metà anche la stagione turistica di Siracusa che rimane uno dei principali contenitori di presenze e di turismo nell’Isola.
A confermarlo è Giuseppe Rosano, presidente di “Noi albergatori Siracusa”: “La stagione è andata molto bene. Fino al 31 agosto abbiamo registrato presenze abbastanza corpose. Anche per il mese di settembre le previsioni buone. Al 31 dicembre pensiamo di superare il milione di presenze. Sarebbe un fatto storico“. L’ottimismo rimasto con il colpo in canna si è dovuto scontrare con fattori oggettivi di disagio, ma rimangono alcune certezze: “Un dato importante riguarda la presenza degli stranieri che ha quasi pareggiato quella degli italiani. In testa ci sono i francesi, poi tedeschi e spagnoli. Si sono riaffacciati anche gli americani. Poi ci sono anche gli inglese e molto turismo proveniente anche dai pesi dell’est, nonostante la guerra. Fortunatamente la Sicilia, nonostante la sua immagine, ha una forza attrattiva che forse non riusciamo a fruttare al meglio. Questi dati portano una grande soddisfazione e superano i problemi legati all’incendio all’aeroporto di Catania e i gravi problemi infrastrutturali: da Trapani a Siracusa ci vogliono 12 ore di treno o 8 ore di pullman e questo non è positivo“.
Di diverso avviso Gian Piero Reale, presidente Confindustria Siracusa: “I nostri dati si basano sui feedback dei nostri associati. L’incendio all’aeroporto di Catania ha avuto un impatto negativo su alberghi e strutture che hanno avuto un numero rilevante di disdette e mancate prenotazioni. C’erano determinate aspettative che invece dalla secondo metà di luglio e tutto agosto non si sono realizzate, c’è stato un forte rafforzamento“.
I numeri “prendono in esame il 2022 sul 2021 – ha dichiarato Reale – I nostri associati e le nostre strutture hanno tutti lamentato un’inversione di tendenza, coincidente con l’incendio dell’aeroporto di Catania. Il dato di flessione che noi abbiamo dato del 30-40% riguarda i mesi di luglio e agosto, mesi chiave per il risultato dell’anno“.
“Ci auguriamo che i dati sul 2023 siano positivi. Abbiamo avuto questo incidente di percorso gravissimo, almeno per una fascia di operatori sul turismo. Poi nel bilancio annuale non possiamo escludere che non ci sia comunque una crescita. Sicuramente per i mesi di luglio e agosto vedremo, nei dati certificati alla fine dell’anno, una flessione. Speriamo che non ci sia un’onda lunga di allontanamento dalla Sicilia e che nei mesi di settembre e ottobre si ritorni alla normalità. Interloquiremo con la Regione e i Comuni – conclude Reale – per pensare a una campagna promozionale che possa sottolineare i grandi punti di forza della nostra terra“.