L’inchiesta giudiziaria sul cosiddetto “Sistema Montante” sta producendo effetti deflagranti anche nel mondo cooperativo siciliano. Ad accendere la miccia è stata una nota inviata alcuni giorni fa da Unci e Unicoop Sicilia al presidente della Regione, con la quale le due organizzazioni chiedevano a Musumeci di revocare tutte le nomine fatte dall’assessorato alle attività produttive del precedente governo. Il riferimento, infatti, è alle nomine fatte durante il governo Crocetta presso l’Ircac, l’Istituto regionale per il credito alla cooperazione, di persone riferibili a Confcooperative e a Legacoop, le due associazioni di categoria più rappresentative del settore.
Fin qui nulla di strano se non fosse che nella richiesta si parla di “complicità all’interno del sistema cooperativo” e di “svendita della cooperazione isolana in un “do ut des” che giorno dopo giorno viene fuori dalle inchieste giudiziarie”. Un accostamento che ha suscitato la reazione di Confcooperative e Legacoop le quali definiscono “stupefacente” il comunicato di Unci e Unicoop.
“Le due associazioni evidentemente non ricordano – si legge nella replica – o non vogliono ricordare, che, nel merito delle nomine fatte dalle associazioni datoriali il Tar ha pienamente legittimato la procedura di individuazione dei rappresentanti designati da Confcooperative e Legacoop, e non dalla Giunta Crocetta, in quanto effettuate in coerenza alla legge che fissa il criterio della maggiore rappresentatività. E ci spiace davvero dovere ricordare ad Unci ed Unicoop che da sole Confcooperative e Legacoop rappresentano la stragrande maggioranza delle cooperative siciliane associate. Il Tar ha negato pertanto ad Unci ed Unicoop il riconoscimento di una rappresentatività adeguata per designare loro un rappresentante in seno al Cda rinviando al merito solo per gli aspetti legati alla nomina del presidente, che invece era stato designato dalla Giunta Crocetta, e che peraltro non è più in carica in quanto revocato dalla Giunta Musumeci. L’iniziativa di Unci ed Unicoop è pertanto strumentale e finalizzata al tentativo di ottenere una revoca della nomina del Cda Ircac dei rappresentanti di Confcooperative e Legacoop, revoca che sarebbe comunque immotivata e illegittima, nella speranza di ottenere ciò che non hanno legalmente e giudizialmente potuto ottenere”.
“Per tutto quanto sopra – concludono Confcooperative e Legacoop – tenuto conto delle gravissime affermazioni fatte dai rappresentanti di Unci ed Unicoop, che hanno inteso da un lato accomunare le nomine in Ircac al quadro di comportamenti che emergono dall’inchiesta “Montante” e dall’altro subdolamente lasciare intravedere presunti “do ut des” attraverso i quali si sarebbero ottenuti posti nei consigli a fronte della mancata opposizione a provvedimenti sfavorevoli alle cooperative, rimandiamo alla storia di ciascuna organizzazione e agli atti posti in essere e preannunciamo fin d’ora le doverose azioni giudiziarie a tutela, anche con richiesta di risarcimento danni, che saranno a breve promosse dai nostri legali”.