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Qualcuno diceva che l’arte si occupa del difficile e del buono, secondo noi anche della vita in alcuni casi, quando si assiste ad una rinascita non solo a parole.
La mostra “Sopra i tetti” che vede come protagonisti Pucci Scafidi, fotografo palermitano di fama internazionale, e Marck Art, artista a tutto tondo che da qualche anno è approdato all’arte contemporanea, è testimonianza concreta che si può “rinascere” più forti e capaci di prima.
È doveroso fare un passo indietro nella vita di Marco Urso, nome di battesimo che ha lasciato il posto a quello odierno del favarese Marck Art che, oggi più che mai, si sente palermitano, perchè dietro ogni tocco di colore, di qualunque artista, c’è un vissuto che non può che sostanziare ogni pennellata.
Fino a quattordici Mark è considerato, come si legge nel testo introduttivo del catalogo della mostra, un ragazzo connotato da un ritardo mentale che lo rende goffo, con “la voce marchiata da un graffio cavernoso e dai verbi impastati all’infinito“, e che poi si rivela essere solamente frutto di un deficit dell’udito, risolvibile con un apparecchietto.
Da qui la prima svolta: Marck, con il sostegno e la tenacia della nonna, si appassiona alla musica, si iscrive al conservatorio e manifesta un lato del suo animo artistico. Poi il baratro: la nonna muore e lui sprofonda in uno stato che lo porta a superare i cento di chili di peso, facendo palesare problemi cardiaci e una grave patologia di apnea cerebrale.
Marco, allora lo chiamavano ancora così, finisce in coma all’ospedale di Troina dove per i medici “muore” per alcuni minuti per risvegliarsi, poi, con una nuova identità rivelatagli da un angelo, incontrato in quel famoso tunnel luminoso che si identifica con il limite tra la vita e la morte: “Sarai un pittore e ti chiamerai Marck Art“, gli dice un bimbo nella visione che racconterà al suo risveglio.
L’attenzione sulle opere di Marck Art arriva da subito da chi, come i coniugi Berlingieri o Celeste Bertolino che cura l’esposizione a Palazzo Drago Ajroldi, l’arte la osserva da tempo: seguono delle esposizioni e poi l’incontro con Pucci Scafidi.
“E’ stato l’ennesimo incidente della mia vita – ci dice il fotografo che conosce l’arte di Marck a Milano e se lo ritrova nella sua Palermo – l’occasione per incontrare un’altra anima speciale nel mio percorso“.
Marck si trova, infatti, per coincidenze mai fortuite, ha “sporcare” con colori accesi e definite posizioni una stampa su tela di Scafidi, di proprietà di Celeste Bertolino che, alla vista del risultato, decide di chiamare l’amico Pucci e di promuovere una fusione tra le due arti.
Il risultato sono 35 opere di grande formato, scatti selezionati di Pucci Scafidi tratti dal suo ultimo lavoro “Sua Maestà Palermo“, stampati su tela di lino e reinterpretati dall’intervento di Marck Art.
Raccontare la città di Palermo è impresa ardua e non esaustiva con qualunque mezzo artistico, sia per la natura poliedrica della città sia perchè più volte investigata e, in qualche modo, raccontata.
Ed è per questo che l’esposizione “Sopra i tetti” appare esperimento intelligente, curioso e soprattutto riuscito: dagli scatti fatti dall’alto la natura geografica di quartieri, con linee e colori originali, piazze o scorci affida la visione originale alla sperimentazione e all’occhio creativo di Marck, che non stravolge semmai amplifica bellezza e punto di vista singolare.
Un viaggio dunque che parte dall’alto della prospettiva aerea per giungere all’intima percezione dello spettatore, coadiuvato da una serie di titoli dati alle opere, che rivelano l’approccio disincantato di chi trova nell’arte un’opportunità di affermazione personale e di rinascita interiore.
La mostra, a Palazzo Drago Ajroldi, corso Vittorio Emanuele 382, apre al pubblico domenica 2 dicembre e rimarrà fruibile fino al 9; da lunedì 3 a al 6 dicembre dalle 10 alle 13; da venerdì 7 a domenica 9 dalle 10 alle 13; dalle 15.30 alle 19.30.