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Il regalo sotto l'albero

Stabilizzazione Asu, il 2024 sarà l’anno della speranza o quello dell’ennesima beffa?

martedì 26 Dicembre 2023

Socialmente utili, ma precari da più di 25 anni, i lavoratori Asu siciliani attendono il nuovo anno con ansia e che la sorte sia, questa volta, magnanima. Il regalo non può che essere quello di mettere un punto definitivo alle storiche battaglie e ottenere così un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

Il 2024 sarà l’anno della svolta, oppure gli Asu saranno destinati a rimanere figli di un dio minore? L’eco della speranza di una platea di 4000 persone che aspetta di essere stabilizzata rimbomba ancora una volta. Ma anche quello del timore di veder svanire nel nulla il proprio diritto.

Si ricorderà a tale proposito la mancata stabilizzazione nella scorsa legislatura dopo l’impugnativa romana, dovuta all’incertezza sulla totale copertura finanziaria con le risorse regionali e al fatto che la norma per l’assunzione definitiva prevista nella manovra del 2021 non fosse di competenza della Regione Siciliana. Un fatto, questo, che ha penalizzato nell’Isola una intera categoria, a differenza degli stessi colleghi che nel resto d’Italia ottennero nel 2015 la “sanatoria” e quindi il posto di lavoro, nero su bianco per legge. Un percorso parallelo che di fatto rappresentò una “discriminazione”.

Una nuova opportunità per chi oggi è impegnato a prestare la propria attività negli enti locali è contenuta nella Finanziaria regionale del governo Schifani che mette a punto un’altra strategia per avviare la procedura di stabilizzazione da parte delle amministrazioni locali utilizzatrici. La norma in questione, passata in commissione Bilancio, sarà affrontata con la ripresa della discussione del ddl di stabilità a Sala d’Ercole. La stessa prevede che ogni lavoratore potrà scegliere se sottoscrivere un contratto a tempo indeterminato a 24 ore settimanali, oppure continuare nel solco del precariato mantenendo un sussidio di 36 ore a settimana. Infatti, in quest’ultimo caso, per chi non fosse interessato e optasse di rimanere nel bacino è garantita la copertura finanziaria, per il momento, fino al 30 giugno 2026.

Al netto della decisione di ciascun precario Asu, l’ultima parola spetterà all’Aula e su questo fronte la maggioranza è fiduciosa. Ma chissà se la fine del precariato siciliano sia davvero vicina.

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