I 2.008 lavoratori ex Pip del bacino Emergenza Palermo sono pronti a dare battaglia per raggiungere la tanto agognata meta della stabilizzazione. Sono pronti a scendere in piazza e già a partire da lunedì prossimo terranno iniziative di protesta e manifestazioni.
Tutti uniti per fare fronte comune. Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Ugl, Alba, Alpi, Asud, Cisal, Confintesa e Ursas hanno indetto una settimana di protesta. Da lunedì 26 scatterà lo stato di agitazione. Martedì alle ore 11 è previsto un corteo da piazza Politeama all’Ars. Mercoledì dalle 9 alle 15 si terrà un sit-in sotto la sede del Parlamento siciliano. Giovedì alle ore 9 un secondo corteo dall’assessorato al Bilancio di via Notarbartolo alla Prefettura, in via Cavour. E venerdì un nuovo sit-in all’Ars che durerà tutto il giorno, dalle 9 del mattino alle 20.
Il percorso tracciato nella finanziaria dell’aprile scorso dall’Assemblea regionale siciliana doveva essere semplice e lineare ed invece già dopo qualche mese si è complicato, mettendo in pericolo non solo la stabilizzazione, ma addirittura la permanenza nel bacino stesso.
Prima l’impugnativa della legge da parte del governo nazionale, nei giorni scorsi lo scontro con la Corte dei Conti sul rendiconto 2017 e sul consolidato. A questi si aggiungono i problemi riscontrati nell’attivazione nella nuova piattaforma della Regione, gestita dall’Assessorato al lavoro per il pagamento dei sussidi. Tutte queste difficoltà rischiano di far slittare l’erogazione delle indennità di novembre e dicembre a data da destinarsi.
Una situazione davvero difficile aggravata dal silenzio in cui è piombato il dibattito sulla vertenza presso i palazzi della politica sia a Palermo che a Roma.
“L’amministrazione regionale rischia un’eventuale denuncia per omissione d’atti d’ufficio – scrivono le dieci sigle sindacali in una nota – L’articolo 64 della legge regionale 8/2018 fissava in sesssanta giorni dalla sua promulgazione il termine entro il quale i lavoratori ex Pip avrebbero dovuto optare per transitare alla Resais o per rimanere nello status di sussidiati. Il termine è ampiamente scaduto. La settimana scorsa l’assessorato al Lavoro ha pubblicato una circolare in cui veniva indicato il 26 novembre come data ultima per scegliere se restare nella condizione di sussidiati. La data, successivamente, è stata posticipata al 20 dicembre. Entro il mese di luglio scorso Resais avrebbe dovuto avere l’elenco dei lavoratori da dover assumere. Ad oggi nulla di tutto ciò è avvenuto”.
“Il governo regionale – aggiungono Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Ugl, Alba, Alpi, Asud, Cisal, Confintesa e Ursas – continua a ignorare le svariate richieste di incontro inoltrate dalle organizzazioni sindacali e ancora non si è realizzato nessun confronto, come era stato concordato nell’ultima convocazione del 27 settembre in commissione Bilancio, tra sindacati, governo e Resais, per definire le condizioni contrattuali. Nessuna notizia sulle prospettate interlocuzioni con il governo centrale volte a risolvere la impugnazione della legge da parte del Consiglio dei Ministri”.