E’ stallo sul bando per l’assegnazione degli spazi pubblicitari di Palermo. Intervenuto ai microfoni dei giornalisti, il sindaco Roberto Lagalla ha annunciato che il Comune aspetterà l’esito del giudizio pendente al Consiglio di Giustizia Amministrazione, su ricorso presentato dagli operatori di settore.
Bando per l’assegnazione degli spazi pubblicitari, è stallo
Un bando, risalente al 2021, che l’assessore Giuliano Forzinetti aveva provato a riesumare per cercare di dare uniformità al settore. Il documento si basava sul regolamento comunale approvato nel 2015 ed emendamento nel 2020 da una delibera risalente dell’ex amministrazione targata Leoluca Orlando. Secondo quanto prevedeva l’avviso, la città era stata suddivisa in 14 macroaree miste. Ovvero, le superfici comprese in ogni lotto comprendevano diverse zone delle città e prevedevano da un minimo di circa 300 spazi pubblicitari ad un massimo di oltre 600. Si parla di un valore complessivo di circa 27 milioni di euro per una concessione prevista di cinque anni, con possibilità di rinnovo per altri cinque.
Lagalla: “Aspetteremo giudizio del CgA”
Ma sul bando in questione, come detto, pende un ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa portato avanti dalle ditte di settore. Nei giorni scorsi, l’assessore Giuliano Forzinetti aveva chiesto un parere all’Avvocatura Comunale per decidere sul da farsi. A darne l’esito, seppur per via indiretta, è stato questa mattina il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
“Il Comune sta aspettando – ha evidenziato il primo cittadino -. Gli uffici non hanno ancora aperto le buste. Il bando in questione risale peraltro alle precedente Amministrazione. La procedura è gravata da un contenzioso. Ho suggerito all’assessore Forzinetti, il quale comunque si pone il problema della regolamentazione del settore, di attendere comunque il giudizio del CgA e alla luce di questo prendere i relativi provvedimenti. Ovvero, decidere se ritirare l’intera procedura in autotutela o andare avanti con quella esistente“. Un pronunciamento che, secondo le previsioni, dovrebbe arrivare entro i primi giorni dicembre. Trenta giorni separano quindi Palazzo delle Aquile da una svolta sulla materia o dall’ennesimo nulla di fatto che imporrà il ricorso ad un nuovo avviso.