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Presso Isfoter, centro studi di Confcommercio a Catania, ha avuto luogo lo scorso venerdì una serie di incontri con gli esponenti delle principali attività produttive della Sicilia orientale, con il Senatore della Lega Armando Siri, già Sottosegretario del governo Conte I, e Francesca Donato, Europarlamentare della Lega – gruppo ID, e recentemente assegnataria come relatore principale del Report di Iniziativa del Parlamento Europeo sullo stato delle Isole UE e sulle sfide da affrontare. Entrambi i Parlamentari affermano da tempo la necessità di riaprire tutto per far ripartire le imprese, da troppi mesi immobilizzate da restrizioni, chiusure e coprifuoco.
Associazioni del mondo dell’Agricoltura e dell’Artigianato, ambulanti, ristoratori, wedding planner, balneari ed ancora rappresentanti di associazioni dilettantistiche sportive, palestre , titolari di locali da ballo e giovani imprenditori. Categorie che si sono alternate al tavolo di confronto con gli esponenti della Lega, chiedendo interventi urgenti e soprattutto la possibilità di tornare a lavorare. Non sostegni – che in alcuni casi, peraltro, non sono mai arrivati – ma il diritto a produrre il reddito per pagare spese, tasse e dipendenti e poter mantenere le proprie famiglie.
Parole che invitano il Governo nazionale, regionale e la politica in genere alla chiarezza ed all’azione concreta.
“Quando potremo ricominciare a lavorare? Quando potremo riprendere una programmazione degli eventi?” si chiedono Alessandra Bentivoglio e Dario Pistorio in rappresentanza dei wedding planner e degli operatori del comparto eventi. Il settore in Sicilia nel 2020 ha perso 10 mila matrimoni per un indotto lavorativo di oltre 300 milioni di euro.
“Abbiamo già slittato di un anno tutti gli eventi – continua la Bentivoglio – fateci sapere quando potremo uscire da questo limbo”
Stesso tenore di richieste dagli operatori del comparto intrattenimento: “Ho ricevuto un ristoro di 20 mila euro ed ho pagato la tassa sui rifiuti di 40 mila euro” fa presente Antonio Messina, presente in qualità di rappresentante regionale dei locali da ballo in Sicilia.
“Siamo una categoria totalmente bistrattata, seppure siamo quelli che pagano più tasse – afferma – se non dobbiamo lavorare, almeno non fateci pagare le tasse“.
Eppure i locali, gettata alle ortiche la stagione invernale, vorrebbero tornare a lavorare in estate. Ma per molti locali è troppo tardi: alcune discoteche sono state sfrattate, spiega Messina, perché non hanno più potuto pagare gli affitti.
I giovani stanno perdendo fiducia nel territorio siciliano: non ci sono opportunità. Le aziende che offrono servizi digitali, se attorno non hanno un mondo di imprese produttive, hanno una domanda di servizi ristretta. La transizione digitale, a cui tiene tanto l’Europa, nei territori del mezzogiorno in via di spopolamento rischia di essere compromessa dalla scarsità di risorse umane. Possiamo avere banda larga in eccesso ma se poi mancano i giovani, che hanno le competenze per fruire dei dispositivi digitali, non si conclude niente. Bisogna intervenire con delle politiche giovanile ad hoc sostenute da un tessuto commerciale che funziona.
Drammatiche anche le testimonianze degli ambulanti e degli operatori del comparto fieristico e degli artigiani, nelle parole di Orazio Platania (Upla clai), Nello Molino (Casartigiani) Pietro Agen (Confcommercio Catania), Coglitore Arturo e Giuseppe Fichera (Fiva, Federazione Italiana venditori ambulanti): declinazioni diverse di un unico tema: 14 mesi di non lavoro. In tre parole: “stiamo morendo di fame”.