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Primo firmatario Leanza

Stop numero chiuso a medicina: ecco cosa prevede il ddl che la Sicilia propone al Parlamento

giovedì 11 Gennaio 2024

Eppur si muove. La decisione della ministra Anna Maria Bernini di “rivoluzionare” l’accesso alle facoltà di medicina e professioni sanitarie archiviando (da subito in parte e dal 2025 definitivamente) il bizzarro sistema dei quiz è un passo importante ma non risolutivo del problema a monte.

ADDIO QUIZ

La ministra ha annunciato che i test col sistema Tolc previsti a febbraio per accesso a medicina, veterinaria, odontoiatria e professioni sanitarie slitteranno da febbraio a marzo (o forse aprile) e a differenza del passato ci sarà una banca dati aperta e pubblica,  soprattutto quelli del 2024 potrebbero essere gli ultimi quiz. L’obiettivo infatti, come ha specificato l’esponente del governo Meloni, è superare un metodo che oltre a finire al centro di migliaia di ricorsi e polemiche non è efficace e non premia il merito ( e neanche lo studio).

IL FUTURO

Per il futuro Bernini sta ipotizzando corsi di sei mesi gestiti dagli atenei (quindi non extra accademici)  finiti i quali gli studenti dovranno sostenere esami di accesso alla facoltà scelta. Previste anche diverse opzioni in caso di mancato superamento.

MANCANO MEDICI

L’idea è quindi quella di trovare soluzioni al “collo di bottiglia” che oggi c’è e che nei prossimi anni diventerà ancora più stretto per effetto dei pensionamenti non contro bilanciati dai nuovi ingressi. Ma il vero nodo resta perché, se dopo i corsi di sei mesi sono in tanti a superare gli esami come gestisci gli accessi se resta il numero chiuso? Il collo di bottiglia è figlio di una legge vecchissima, la 264 del 1999 che prevede il numero chiuso per una serie di facoltà e corsi di laurea, tra i quali medicina e chirurgia, veterinaria, odontoiatria e professioni sanitarie. Dal ’99 ad oggi il mondo è cambiato ma quel numero chiuso è rimasto causando una distorsione tale che ci sono regioni, come la Calabria, che è dovuta ricorrere a medici cubani mentre al nord si è diffuso il fenomeno dei medici a gettone (che sta per essere fermato).

IL DDL DELLA SICILIA

Ecco perché il ddl approvato dall’Ars il 4 ottobre 2023, primo firmatario il vice presidente della Commissione sanità Ars Calogero Leanza, è la soluzione meno complessa e più a portata di mano poiché la legge voto, così come previsto da Costituzione e Statuto della Regione, è all’attenzione del Parlamento nazionale.

ABOLIRE NUMERO CHIUSO

Cosa prevede il ddl? L’art. 1 prevede modifiche alla legge 264 del 1999. In particolare l’abrogazione delle lettere a,b,e dell’art. 1 comma 1 ed inoltre prevede che all’art. 2 sono premesse le parole “fatta eccezione per le facoltà di medicina e chirurgia, veterinaria, odontoiatrie e professioni sanitarie”.

In sintesi è una modifica di semplice attuazione rispetto ad una normativa datata e non più attuale.

Il dem Calogero Leanza ha già incontrato nei mesi scorsi la ministra Bernini (QUI) d alla luce delle ultime decisioni ufficiali la strada potrebbe essere tracciata. “A chi sostiene che l’abolizione del numero chiuso potrebbe portare ad un abbassamento della qualità dei laureati – spiega Leanza – ricordiamo che proprio quelli che insegnano nelle facoltà italiane e che quotidianamente salvano vite umane sono medici laureatisi quando l’accesso alla facoltà non prevedeva ne test ne numero chiuso. Sono felice che il Ministro Bernini abbia preso atto che i quiz d’accesso TOLC siano una beffa, come avevo ampiamente argomentato nel nostro incontro. Il problema, tuttavia, è nel metodo: l’accesso alla facoltà deve essere libero e garantito a tutti. La selezione la fa il merito universitario.”

 

 

 

 

 

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