A fine anno scade la possibilità di inviare le prescrizioni mediche ai pazienti via email o messaggio. L’annullamento dell’agevolazione, introdotta durante la pandemia Covid, rischia di mettere in crisi la categoria dei medici di famiglia.
Chi avrà necessità di ottenere una ricetta dovrà recarsi fisicamente nello studio del proprio medico, compresi i pazienti con patologie croniche che seguono una terapia farmacologica costante.
Non sarà più consentito ai cittadini, quindi, di presentare al farmacista solo il numero della ricetta elettronica, il cosiddetto Nre.
“Se la norma sulla ricetta dematerializzata non dovesse essere prorogata oltre la scadenza del 31 dicembre, noi medici rischiamo di venire soffocati dalla burocrazia, riducendo ulteriormente la disponibilità di tempo per l’attività clinica”, scrive il Sindacato Medici italiani (Smi).
“Chiediamo al ministro la proroga della ricetta dematerializzata almeno per un anno e un provvedimento che renda il suo utilizzo strutturale.
I medici, inoltre, sostengono che sia fondamentale semplificare le norme prescrittive. La burocrazia non gli consente di dedicarsi a curare i pazienti nel modo adeguato, prestando la giusta attenzione.