Fino a quando i palermitani dovranno continuare a sopportare di trascorrere gran parte della loro giornata chiusi all’interno delle loro auto, fermi, immersi nel traffico?
Ben tre città siciliane, Messina, Palermo e Catania, sono tra le più trafficate in Italia, si trovano posizionate nella top 10, un “primato” non indifferente.
E’ stata monitorata la situazione del traffico nel 2023 in quasi 400 città di 57 Paesi del mondo. L’ultimo rapporto del TomTom Traffic Index rivela dati che fanno storcere un po’ il naso, si tratta di un’analisi approfondita basata su oltre 600 milioni di dispositivi utilizzati in 387 città di 55 Paesi.
Roberto Benigni non era andato poi così lontano dalla realtà nella celebre scena del film Johnny Stecchino, uno dei problemi principali di Palermo è proprio il traffico. E a quanto pare non solo del capoluogo siciliano. A distanza di quarant’anni quella battuta conserva una sua attualità che forse ad oggi risulta essere non molto divertente. Ogni palermitano trascorre in media 189 ore l’anno nel traffico. Ben 7 giorni. Senza dubbio un record, quello di Palermo, considerato che lo stesso capoluogo siciliano è preceduto da città in tutto il mondo molto più grandi e popolose, da Bogotà a Boston, a Parigi, Chicago e Londra. Le cose di certo non cambiano per i cittadini di Messina e Catania che rispettivamente trascorrono in macchina 215 e 180 ore all’anno.
Secondo la Global Traffic Scorecard, la congestione del traffico si verifica nel momento in cui la domanda di viaggi su strada supera l’offerta di strade. Quindi, di conseguenza con l’aumentare del traffico veicolare, autisti, trasportatori di merci e conducenti di autobus perdono tempo e consumano non solo più carburante ma lo consumano anche in modo improduttivo. Inoltre, il rapporto sottolinea anche l’impatto economico che tale scenario produce, un aumento di costi del carburante e dei tempi di percorrenza.
Da ciò scaturisce anche una spesa maggiore per gli automobilisti. In oltre il 60% delle città analizzate, la spesa media per il carburante è cresciuta del 15% o più tra il 2021 e il 2023, tale incremento dei consumi implica anche un aumento delle emissioni di CO2. Va anche sottolineato che ad oggi in moltissime città i livelli di traffico sono tornati a livelli di gran lunga superiori a quello che succedeva prima della pandemia. Sono, quindi, sfumati gli effetti “dovuti” ai lockdown e allo smart working, due fattori che avevano tenuto buoni gli automobilisti e reso le nostre strade insolitamente tranquille.
I disagi nelle strade di Palermo sono chiari e lampanti. Tra buche, tram, strade interrotte e lavori in corso, sono tante le cause che ci costringono a stare ore ed ore imbottigliati nel traffico. Se da una parte ci sono le decisioni dei Comuni di limitare a 30 chilometri orari la velocità per auto e moto nelle strade urbane, dall’altra c’è il traffico che non permette neanche di sfiorarlo quel limite.
Sappiamo tutti in che condizioni si trovano le strade della nostra città, fino a qualche tempo fa i restringimenti sul ponte Corleone costringevano a rallentamenti di non poco conto. Chi dalla provincia si deve recare in centro città la stima di tempo trascorsa in auto non ammonta a meno di 50 minuti. La Circonvallazione, strada fondamentale per l’attraversamento della città è interessata da lavori continui. Per non parlare dei lavori in via Messina Montagne che costringono ad un unico senso di marcia in direzione Villabate, pesanti limitazioni al traffico presenti nelle zone di via Oreto, divieto di transito per alcuni tipi di veicoli nella zona del centro commerciale Forum e così via, una serie di “impedimenti” che limitano la regolare circolazione. Cantieri sparsi un po’ ovunque, interventi per la manutenzione di strade e marciapiedi che in questi giorni interessano i quartieri Vergine Maria, Pallavicino, Tommaso Natale, Sferracavallo, Partanna e Mondello. Un quadro angosciante che ci rivela la fragilità di un sistema di mobilità e che giustifica le lamentele dei cittadini, sempre più esasperati.
Il traffico che attanaglia Palermo come altre città è forse figlio di scelte sbagliate fatte anni fa? Perché siamo arrivati a questo punto?
Ciò che è certo è che il problema non è di facile soluzione e molte scelte che si renderebbero necessarie dipendono da misure che si devono adottate dall’amministrazione. Zone a traffico limitato, piste ciclabili, zone pedonali e perfino tram a quanto pare non hanno dato i risultati sperati.
Ciò che si attende è una nuova idea di futuro della città a cominciare da un nuovo piano regolatore che possa in qualche modo risolvere il problema tutt’ora presente, “piaga che diffama la Sicilia agli occhi del mondo, il traffico, che ci impedisce di vivere“.