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“Lo scenario era di guerra tipo Beirut”. Parla l’ex onorevole Pino Apprendi capo squadra dei vigili del fuoco che il 23 maggio 1992 ha estratto i corpi degli agenti, di Giovanni Falcone e il magistrato Morvillo subito dopo lo scoppio dei 400 kg del tritolo che ha fatto saltare in aria le due autovetture blindate nell’autostrada a Capaci.
L’ingegner Giuseppe Montesanto presente sul posto quel giorno ha detto: “Avevo l’incarico di ispettore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia. Quel weekend avevo deciso di andare a San Vito Lo Capo. Arrivata la notizia ho deciso di mettermi in auto e giungere sul posto della strage. L’autovettura di Falcone era al centro della carreggiata. A prima vista non si vedeva la macchina degli uomini della scorta che era finita nelle campagne. Ad oggi ancora troppe cose non sono state risolte in questo attentato”.
Quel giorno ha operato come capo reparto dei vigili del fuoco anche Salvatore Maltese, “Parlare di quel giorno mi mette tristezza. Mentre ci avvicinavamo vedevamo solo polvere e detriti. Arrivati a destinazione sembrava uno scenario di guerra. Tutto a torno il silenzio. Il resto è storia”.
Il telefonista Aldo di Trapani racconta che era una giornata di sabato tranquilla quando alle 17.57 “ho ricevuto una telefonata che mi ha fatto gelare il sangue”.
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