“Ricordiamo, otto anni dopo, la strage di Lampedusa. Ma il Mediterraneo ancora oggi tra l’indifferenza e gli egoismi dell’Europa è luogo di morte per donne, bambini e uomini in cerca di migliori condizioni di vita”.
Lo afferma il sindaco di Palerno Leoluca Orlando nell’anniversario del naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa costato la vita a 368 migranti.
“Fare memoria di quella strage – sottolinea – significa impegnarsi attivamente per difendere il diritto alla vita, per non ignorare il grido di dolore e speranza di chi fugge da guerre, torture e stenti. Invece, otto anni dopo, qualcuno si chiede ancora se bisogna o no salvare le vite in mare. Un passo indietro inaccettabile”.
“Un giorno, sono sicuro – prosegue Orlando -, saremo giudicati dalla storia per un vero e proprio genocidio e nessuno potrà dire di non averne saputo nulla. Perché l’orrore delle vite spezzate in mare è davanti i nostri occhi ogni giorno. Palermo, città aperta e accogliente, ha sottoscritto la Carta di Palermo riconoscendo la mobilità un diritto umano inalienabile. Lo scorso giugno, durante la manifestazione internazionale From Sea To The City che in città ha riunito centinaia di sindaci da tutta Europa favorevoli all’accoglienza, ho proposto l’esigenza di Recs (Rescue European Civil Service), un servizio europeo di ricerca e salvataggio di vite in mare. La memoria è impegno. Non è più tempo per l’indifferenza”.