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Strage di Ustica, clamorose rivelazioni. Dopo 37 anni spunta nuovo super testimone [VIDEO]

mercoledì 20 Dicembre 2017

USTICA (PA). Ben 37 anni dopo, una nuova testimonianza riaccende la speranza di raggiungere la verità sull’esplosione in volo del Dc-9 che uccise 81 persone sui cieli di Ustica. Lo scrive il Corriere della Sera rilanciando le parole di un nuovo testimone, Brian Sandlin, all’epoca marinaio sulla Saratoga destinata dagli Usa al pattugliamento del Mediterraneo, intervistato (questa sera ad Atlantide su La7) da Andrea Purgatori, autore della prima ricostruzione sulla vicenda.

Sandlin racconta ciò che vide la sera del 27 giugno 1980. Dalla plancia della nave che staziona a poche miglia dal golfo di Napoli, assiste al rientro da una missione speciale di due Phantom disarmati, scarichi. Aerei che sarebbero serviti ad abbattere altrettanti Mig libici in volo proprio lungo la traiettoria aerea del Dc-9: “Quella sera – racconta l’ex marinaio – ci hanno detto che avevamo abbattuto due Mig libici. Era quella la ragione per cui siamo salpati: mettere alla prova la Libia”. Un’affermazione che attesterebbe uno scenario di guerra sui cieli italiani in quegli anni e dunque farebbe riemergere per la strage di Ustica “l’ipotesi del volo colpito per errore”, spiega il giornale.

Il testimone parla anche dell’atmosfera che si respirò nei giorni successivi: “Ricordo che in plancia c’era un silenzio assoluto. Non era consentito parlare, non potevamo neppure berci una tazza di caffè o fumare. Gli ufficiali si comportavano in modo professionale ma parlavano poco fra loro”. La sensazione diffusa è quella di aver commesso qualcosa di enorme. Il silenzio in tutti questi anni è stato motivato dalla paura, spiega il testimone, che decide di parlare oggi, con scenari internazionali completamente cambiati. E l’ex marinaio Usa smentisce anche verità ufficiali, come quella del Pentagono sul fatto che, quella notte, i radar della Saratoga sarebbero stati spenti per non disturbare le frequenze televisive italiane. Impossibile, dice l’uomo, mai e poi mai una nave così avrebbe potuto spegnere i radar.

LA REAZIONE. “Insopportabile, insultante e indecoroso”: così Eugenio Baresi, ex segretario della Commissione terrorismo e stragi nella XII legislatura, definisce il servizio di Andrea Purgatori per La7 sulla vicenda di Ustica, rilanciato dal Corriere della Sera. Baresi sottolinea che “in questi anni sono state raccontate 29 versioni diverse, con personaggi diversi e scene diverse, che ci sono presentate ognuna come vere dalla disinformazione italiana. Tutto per giustificare e mantenere viva la conveniente fantasia di una inesistente battaglia aerea e per supportare il furto di 500 milioni di euro”.
“Ora il supermercato dei testimoni ne sforna un altro”, “un marinaio, dopo 37 anni, smentito dai fatti accertati ed evidenti”, sottolinea Baresi ricordando che “la magistratura penale italiana, sulla base di indagini, perizie, di tracciati radar veri e immodificati ha stabilito che “tutti gli aerei militari italiani erano a terra, che i missili di dotazione italiana erano nei loro depositi, che gli aerei militari alleati non si trovavano nella zona del disastro e che nell’ora e nel luogo del disastro non vi erano velivoli di alcun genere”. Baresi conclude: “Basta! E’ tempo che Governo e Magistratura intervengano contro questa attività continua di depistaggio”.

 

I FAMILIARI DELLE VITTIME. La testimonianza raccolta da Andrea Purgatori sulla strage di Ustica “è una notizia importante e positiva, che dimostra che la storia va avanti e che alla verità ci si può ancora arrivare mettendo insieme i pezzi. Spero che il governo si renda conto che dobbiamo avere, politicamente, la volontà di arrivare alla verità”. Lo ha detto Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime di Ustica. La testimonianza del marinaio della Saratoga, secondo la Bonfietti, “si inserisce in un panorama conosciuto, ma aiuta a delineare meglio la presenza di aerei e di azioni, è un pezzo del puzzle che si sta completando. La presenza di varie unità navali era certa e questa testimonianza si inserisce in un contesto non certo nuovo, emersa grazie alla tenacia e alla serietà professionale di un giornalista. Importante perché si affianca alla direttiva Renzi sulla desecretazione, anche se la Marina non ha conferito nessun documento nel periodo che va dall’1980 al 1986, perché resiste questo malinteso senso di fedeltà di uomini delle istituzioni nei confronti di una vicenda tragica”.

 

LE ASSOCIAZIONI. “La lunga storia del caso Ustica induce alla cautela perché già in passato altre clamorose rivelazioni non si sono dimostrate attendibili”. Così Gregory Alegi, membro dell’Associazione per la verità su Ustica e professore al Dipartimento di Scienze politiche della Luiss, commenta la testimonianza di un marinaio Usa riportata dal programma di Andrea Purgatori ‘Atlantide’ e anticipata oggi dal Corriere della sera.
“Al momento – spiega Alegy – sappiamo quello che ha riportato il sito del Corriere, aspettiamo di vedere cosa dice il marinaio nel programma di questa sera, ma quello che già si può dire è che il tema della portaerei è un classico del mito di Ustica. E in dibattimento – osserva – è stato dimostrato che quella nave non si è mai mossa dal porto di Napoli. Il tema è stato ampiamente dibattuto e risolto. Come già avvenuto in passato – prosegue – si contrappone una testimonianza orale all’evidenza documentaria, che è imponente, ci sono milioni di atti nel processo. Allora c’è da chiedersi che valore dare a una testimonianza che arriva 37 anni dopo i fatti e senza riscontri. L’ipotesi della battaglia aerea – per Alegy – è stata ampiamente dibattuta senza essere suffragata dai fatti che indicano l’assenza di aerei vicini al Dc9 precipitato. In tutti questi anni ci sono state 27 versioni diverse dell’incidente, spesso argomentate con gli stessi materiali rimontati in maniera differente. La commissione peritale – sottolinea – ha concluso propendendo per la tesi della bomba a bordo. Chi l’abbia messa non è stato oggetto del processo, che invece si è concentrato sull’ipotesi di depistaggio per la quale però i vertici dell’Aeronautica Militare sono stati assolti”.

 

VIGILANZA RAI. “Quella di stasera potrebbe essere una serata storica, rispetto alla tragedia di Ustica. Per la prima volta, qualcuno si prenderà la responsabilità di andare in tv e chiarire quello che successe davvero quella sera nei cieli sopra la Sicilia. Si tratta di Brian Sandlin, marinaio americano che dalla Saratoga, su cui si trovava per pattugliare il Mediterraneo, osservò quello che accadde. Oltre che un’occasione forse decisiva per fare chiarezza, l’intervista a Sadlin, condotta dall’autorevole giornalista Andrea Purgatori, che sulla verità di Ustica ha dedicato decenni di inchieste oltre al film ‘Muro di gomma’, rappresenta anche l’ennesima occasione persa dal servizio pubblico. Verrà, infatti, trasmessa non dalla Rai ma da La7. E’ quanto scrive su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai.
“Se si parla di Ustica – prosegue – questa di stasera non è la prima ‘distrazione’ da parte di Viale Mazzini. Circa un anno fa chiesi all’azienda perché non avesse voluto acquistare il film di Renzo Martinelli che, a detta del regista, conteneva una ‘verità inconfessabile’ sulla strage del 27 giugno 1980 in cui morirono 81 persone. Nonostante la pellicola fosse prodotta con il contributo de ministero dei Beni Culturali, la Rai non ne volle sapere. “Non voleva rogne con gli americani”, spiegò Martinelli. Alla mia mia richiesta di spiegazioni, la Rai rispose che non era interessata al film perché sposava in maniera netta una precisa versione della strage, quella del missile. Esattamente la stessa che viene confermata dallo scoop di Purgatori. Al netto della spiegazione è certo che, con l’intervista di Sadlin, la Rai ha perso ancora una volta un’occasione per adempiere alla propria missione di servizio pubblico. Anche stasera sarà La7 a supplire alle mancanze della concessionaria di Stato. Altre volte è stata Sky, altre ancora Mediaset. Di fronte al rinnovarsi di episodi del genere, come si fa a negare che Minoli e Mentana non abbiano delle ragioni quando chiedono che una parte del canone venga ripartito anche tra le tv commerciali che dimostrano, con i fatti, di effettuare vero servizio pubblico?”, conclude.

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