“In questo 29esimo anniversario della strage di Via D’Amelio tornano alla mente le immagini terribili dell’attentato, degli effetti devastanti dell’autobomba che stroncò la vita di Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e di Emanuela Loi. Per chi ha vissuto quei giorni la memoria di quell’orrore è indelebile, ma conforta che il ricordo delle vittime resti vivo a dispetto del tempo passato e che sia diventato patrimonio di tutti, anche di chi quel giorno non era nato“. Lo ha detto la professoressa Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone, il giudice ucciso a Capaci e presidente della Fondazione che del magistrato porta il nome.
“Con Paolo Borsellino, che rimase al suo posto pur sapendo di rischiare la stessa sorte di Giovanni Falcone, non ricordiamo solo l’uomo, le sue grandi qualità, il suo coraggio, ma soprattutto i suoi valori, quel senso di giustizia e di libertà che deve ispirarci tutti. – aggiunge Maria Falcone – La Fondazione Falcone in questo 29esimo anniversario dell’attentato ha voluto manifestare la sua gratitudine a Borsellino facendo omaggio alla sua famiglia e alla città di Palermo di un murale che lo raffigura e che è stato realizzato vicino a quello che ritrae Giovanni Falcone“.
“Abbiamo chiamato l’opera, di Andrea Buglisi, ‘La Porta di Giganti’ in memoria di due uomini che hanno lasciato un ricordo indelebile e che sono tornati vicini, come vicini sono stati in vita, sulle facciate di due palazzi di questa nostra città che ha tanto bisogno di bellezza e riscatto“.