“L’entità della pena non mi è mai interessata perché mi immedesimo nel fatto che si tratta di ragazzi e che per loro una condanna pesante è un guaio. Era importante però che ci fosse la condanna“. Lo ha detto l’avvocato Carlo Garofalo, difensore della ragazza vittima nel luglio scorso di una violenza di gruppo a Palermo, dopo la sentenza del tribunale che ha condannato tutti gli imputati. Una “doppia violenza” l’ha definita la legale, riferendosi al tentativo di fare passare la vittima dello stupro come una ragazza di facili costumi o addirittura consenziente: “tutto quello che è stato detto attorno a questa vicenda, che posso definire una sporca vicenda, non solo per la materia già sporca di per sé come una violenza sessuale di gruppo, è stato detto in un modo violento che ha fatto male a tutti, non solo alla mia assistita ma anche a me”.
I sei ragazzi accusati di aver violentato in gruppo una 19enne, a luglio del 2023, condannati oggi dal tribunale di Palermo dovranno pagare alla vittima 40mila euro a titolo di provvisionale del risarcimento del danno da liquidare poi in sede civile. Il tribunale ha inoltre riconosciuto 1.000 euro ciascuno alle altre parti civili: il Comune di Palermo e alcune associazioni in difesa dei diritti delle donne.
Ha chiesto scusa per non aver aiutato la vittima la notte della violenza e ha chiesto una sentenza giusta. “Devo essere giudicato per quel che ho fatto, non per ciò che non ho fatto”, ha detto ai giudici di Palermo Christian Barone, uno dei sei ragazzi sotto processo per lo stupro di gruppo di una 19enne, abusata a luglio del 2023. Il giovane ha chiesto di fare dichiarazioni spontanee prima che il tribunale si ritirasse in camera di consiglio per la sentenza che è attesa per il primo pomeriggio.