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Il fatto

Violenza di gruppo a Palermo: l’associazione “D.i.Re” si costituirà parte civile nel processso

giovedì 18 Aprile 2024

L’associazione “D.i.Re – Donne in rete contro la violenza” si costituirà parte civile nell’ambito del processo ai responsabili del cosiddetto “stupro di gruppo”, avvenuto a Palermo il 7 Luglio 2023 ai danni di una ragazza di 19 anni.

Il processo con rito abbreviato avrà inizio il 19 aprile e vedrà imputati sei dei sette giovani accusati di aver ripetutamente violentato la diciannovenne, in orario notturno e in luogo isolato, videoregistrando l’intero stupro.

“È importante la presenza dei Centri antiviolenza nelle aule dei tribunali a sostegno delle donne” – afferma la presidente di D.i.Re, Antonella Veltri – Compito dell’associazione è trasmettere vicinanza, solidarietà e forza a quante abbiano subito violenza in un momento di confronto con la giustizia, che auspichiamo avvenga nel rispetto di tutte e di tutti, nonché dei dispositivi di legge nazionali e internazionali” continua Veltri.

“I Centri antiviolenzaaggiunge Elvira Rotgliano, avvocata penalista Centro antiviolenza Le Onde impegnano quotidianamente energie e professionalità specificamente formate per sostenere le donne nei loro percorsi di uscita dalla violenza; in un momento storico di attacco ai diritti di libertà delle donne, la costituzione di parte civile di D.i.Re al processo per lo stupro di groppo avvenuto a Palermo è, non solo un atto politico coerente coi fini statutari dell’associazione, ma anche un gesto concreto di solidarietà nei confronti della persona offesa”.

“Se è vero che la violenza non si risolve nelle aule di giustizia, è altrettanto vero che i giudici con le loro sentenze, rivestono un ruolo di primo piano nel cambiamento culturale e nella decostruzione di pregiudizi e stereotipi di genere, che, quando invece affermati, contribuiscono alla vittimizzazione secondaria della donna. D.i.Re con la sua presenza al processo si impegna concretamente a vigilare e prevenire ogni forma di colpevolizzazione della vittima” conclude l’avvocata.

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