La bozza di riforma del comparto forestale, attesa ormai da troppo tempo, c’è, un accordo che deve solo passare al vaglio della giunta di governo. Un mese fa è arrivata l’intesa tra il governo Schifani e i sindacati che doveva essere sottoposta ad alcuni passaggi burocratici prima di approdare a Palazzo d’Orléans per essere esaminata dall’esecutivo, ma serve un cambio di passo quanto prima soprattutto alla luce dei problemi stagionali che incombono in Sicilia, come gli incendi e la siccità. Questioni che richiedono interventi urgenti.
Il disegno di legge elaborato con l’assessorato regionale all’Agricoltura interviene su alcuni aspetti volti a rafforzare la tutela del patrimonio forestale della Sicilia, che comprende i boschi e le aree assimilate, di proprietà pubblica o privata, ricadenti sul territorio regionale. Contiene anche una revisione della pianificazione forestale attraverso una nuova dislocazione dei compartimenti e distretti forestali e misure per il personale e di natura organizzativa.
Tonino Russo segretario generale della Flai Cgil Sicilia chiarisce le dinamiche e il quadro attuale del comparto.
“Da anni chiediamo la riforma del settore forestale. Abbiamo fatto una lunga trattativa con l’assessorato regionale all’Agricoltura e avevamo raggiunto una intesa di massima sul testo, ma aspettavamo che la bozza fosse approvata dalla giunta di governo dopo aver ricevuto la copertura finanziaria, dall’assessorato al Bilancio e il parere dell’ufficio legislativo. È passato più di un mese da quell’incontro e non abbiamo saputo più nulla. Qualche giorno fa ho sollecitato il presidente della Regione ad accelerare i tempi per risolvere le criticità, quali incendi e personale. Chiediamo un piano di riforestazione della Sicilia, rispetto alle emergenze legate alla siccità e alla desertificazione, problemi questi che vanno combattuti piantando gli alberi. E poi la messa in sicurezza del territorio con una forte prevenzione degli incendi. La nuova pianificazione dell’intero sistema è necessaria così come la manodopera. Su quest’ultimo fronte il sindacato ha chiesto una maggiore stabilità per i lavoratori e avevamo raggiunto una intesa sull’aumento delle giornate, 27 giorni. Tuttavia, una delle criticità riguarda anche l’età del personale impiegato nell’attività dell’antincendio. Parliamo di lavoratori che hanno più di 60 anni e c’è bisogno di linfa giovane. Le competenze vanno trasferite alle nuove generazioni attraverso nuove assunzioni, per gli operai forestali basta la selezione pubblica. Infatti, nella riforma abbiamo previsto che nei primi tre anni della nuova legge si possano fare nuove assunzioni per il 25 per cento rispetto ai lavoratori che fuoriescono per il pensionamento. Sarebbe un segnale importante. Il sistema di prevenzione degli incendi va migliorato a fronte del fatto che il personale diminuisce. Nel settore occorrono almeno 6000 lavoratori e siamo sotto questo numero. Nelle squadre antincendio e nelle torrette di avvistamento c’è carenza di personale soprattutto nella Provincia di Palermo”.
Poi c’è il tema della stabilizzazione dei lavoratori impiegati nel settore forestale. La riforma auspica che “Aumentando le giornate, è possibile arrivare entro i tre anni dall’entrata in vigore della legge a due fasce di personale: i lavoratori che fanno 157 giorni- circa 6, 7 mesi di lavoro – e quelli a tempo indeterminato. Servono anche i dirigenti e i direttori, in Sicilia non si fanno concorsi da decenni e nel frattempo anche queste figure sono venute a mancare per via dei pensionamenti, creando vuoti negli uffici amministrativi. Il cambio generazionale può avvenire reclutando i giovani, i laureati in scienze forestali, gli ingegneri idraulici e ce ne sono centinaia, ma che per mancanza di lavoro vanno fuori la Regione”.
L’occupazione forestale è un tema ben centrato dal ddl. Si punta ad una maggiore stabilità per i forestali, con aumento per tutti di 27 giornate e passaggio in tre anni a due fasce: 156 giornate e tempo indeterminato, più qualche operaio a 178 giornate. Verrà inoltre garantito il turn over – il problema dell’anzianità anagrafica media dei forestali è stato più volte sollevato dai sindacati- con la copertura per i primi 3 anni, attraverso nuove assunzioni, del 25% dei posti che si liberano per pensionamento e successivamente del 50%. Ma entriamo nel dettaglio.
Alla copertura dei posti vacanti del contingente di operai a tempo indeterminato, con contratto di diritto privato regolato dal Contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria, nei limiti dei posti disponibili con le cessazioni e fuoriuscite si provvede attingendo alle graduatorie distrettuali secondo l’ordine decrescente di fascia di garanzia occupazionale, previo espletamento di procedura di selezione di idoneità fisica e professionale. Nelle more dell’assorbimento a tempo indeterminato per i soggetti che appartengono alla fascia di garanzia occupazionale di 151 giornate lavorative alla data di entrata in vigore della legge, la garanzia occupazionale annuale è rideterminata in 160 giornate lavorative per l’anno successivo a quello di entrata in vigore della riforma. In 178 giornate lavorative per il secondo e terzo anno successivi. Per la completa ricollocazione, invece, nei limiti dei posti vacanti in
riferimento a ciascun distretto, per i soggetti provenienti dalla fascia di garanzia occupazionale di 101 giornate lavorative, l’occupazionale annuale è rideterminata in 110 giornate per l’anno successivo a quello di entrata in vigore della presente legge e in 128 giornate lavorative per il secondo e terzo anno successivi.
La riforma intensifica anche il ruolo e le competenze dei Comuni che sul proprio territorio devono attuare quanto previsto dal proprio Piano comunale di protezione civile per il rischio di incendi di interfaccia. In particolare, le amministrazioni locali devono garantire l’operatività di unità di intervento, laddove costituite, assicurandone il funzionamento e l’efficienza secondo un’apposita regolamentazione approvata dal Consiglio comunale. Poi, garantiscono supporti logistici adeguati e assicurano la collaborazione dei propri Uffici tecnici o di Polizia Municipale qualora richiesti dalla Prefettura e dal COP competente e/o dalla SOUP e forniscono l’assistenza a tutti gli operatori impegnati nelle attività di spegnimento. I comuni sono anche tenuti a promuovere l’informazione in merito alle cause determinanti l’innesco di incendio e alle norme comportamentali da rispettare in situazioni di pericolo. Provvedono, a censire, tramite apposito catasto, aggiornato annualmente, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale della Regione Siciliana o da altre forze di Polizia; a censire, i terreni e campi, comprese le aree boscate, cespugliate, arborate, incolti e/o abbandonati, a seguito di accertata inottemperanza al Piano comunale di protezione civile per il rischio di incendi di interfaccia e comunica, previa l’attivazione dell’intervento in danno e in sostituzione dei privati inadempienti, i relativi dati al Dipartimento regionale dello sviluppo rurale e dell’economia forestale e montana.
La Regione si avvale, come stabilito nella bozza di riforma, dell’Agenzia regionale per le attività forestali per conseguire una maggiore efficienza delle politiche forestali e ai fini della protezione, anche economica e sociale, del patrimonio naturale. L’Araf opera quale ente tecnico-operativo con propri organi (il direttore generale individuato, previo avviso pubblico, tra i dirigenti in servizio dell’amministrazione regionale, e il collegio dei revisori) preposto all’attuazione degli interventi in campo forestale attraverso attività e servizi “a connotazione non economica” finalizzati al sostegno dell’azione regionale nel settore, come definita dalla pianificazione regionale forestale, attuata dal Dipartimento regionale dello sviluppo rurale e dell’economia forestale e montana di concerto con il Comando del Corpo forestale della Regione Siciliana. Per lo svolgimento dei compiti istituzionali l’Araf si dota di proprio personale tecnico, amministrativo ed esecutivo nel rispetto della dotazione organica, approvata con decreto del Presidente della Regione.
Il personale tecnico-amministrativo è costituito, in fase di prima applicazione, dai dipendenti di ruolo della Regione, già addetti all’organizzazione e all’amministrazione delle attività forestali e irrigue, utilizzando l’istituto del distacco. Tali dipendenti continuano a beneficiare del trattamento economico, fondamentale e accessorio, in godimento con oneri a carico del bilancio regionale. Al personale tecnico-amministrativo dell’Agenzia assunto con le selezioni pubbliche, si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria. L’ente è fondamentale nelle attività di gestione del patrimonio forestale e attua i propri compiti istituzionali sul territorio regionale operando, con tutti gli altri soggetti regionali competenti, in specifici ambiti di intervento come ad esempio la gestione forestale, incluse le attività connesse di gestione dei vivai, della rete ecologica regionale negli ambiti forestali, in accordo con gli enti di gestione e i Comuni interessati; la manutenzione del tessuto rurale, provvede agli interventi idraulico-forestali, sul reticolo idrografico e i bacini montani, sulla viabilità forestale e montana, anche in regime di convenzione con altri enti
pubblici. E sono soltanto alcune delle attività che Araf porrà in essere. Per assolvere ai propri compiti istituzionali sono necessarie risorse economiche importanti e la fonte è rintracciabile nel proprio patrimonio, costituito dal fondo di dotazione, dai cespiti derivanti dalle attività economiche dell’Araf, dai contributi annuali della Regione e dai finanziamenti statali o europei.
Tutto questo, ovviamente, richiede l’ausilio di personale: ovvero l’utilizzo di un un contingente di operai a tempo indeterminato e un contingente di operai forestali a tempo determinato addetti allo svolgimento di attività di carattere stagionale. La dotazione complessiva dei contingenti, a servizio dell’Araf è determinata in coerenza con le previsioni del piano forestale regionale e del piano per la prevenzione e il contrasto agli incendi boschivi, per ciascun distretto forestale e per ciascuna qualifica professionale, sentite le organizzazioni sindacali firmatarie del Ccnl di categoria e/o del contratto integrativo regionale.
Infatti, nella logica di ottimizzare l’organizzazione dei servizi, tenendo conto delle caratteristiche ambientali, geomorfologiche, alle forme e tipologie di copertura forestale esistente, la riforma prevede che il territorio regionale sia ripartito in specifici compartimenti forestali che costituiscono l’articolazione di riferimento per la programmazione e pianificazione degli interventi e l’utilizzo razionale delle dotazioni organiche e strumentali. Nell’ambito di ciascun compartimento, la proposta prevede di istituire distretti forestali con circoscrizione intercomunale e, ove si manifesti necessario, anche comunale, quali unità di riferimento ai fini della selezione dei lavoratori e dell’organizzazione dei lavori, ferma restando la possibilità per le amministrazioni, in funzione delle esigenze, di impiegare il personale nell’ambito dell’intero compartimento.
Ecco i compartimenti forestali previsti nei territori:
a) Agrigento, comprendente il territorio del corrispondente Libero Consorzio comunale;
b) Caltanissetta, comprendente il territorio del corrispondente Libero Consorzio comunale;
c) Catania, comprendente il territorio della corrispondente Città metropolitana a eccezione dei Comuni di cui alla lett.e);
d) Enna, comprendente il territorio del corrispondente Libero Consorzio comunale;
e) Etna, comprendente i territori dei Comuni di Acireale, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Mascali, Maniace, Milo, Nicolosi, Pedara,
Piedimonte Etneo, Ragalna, Randazzo, Riposto, Sant’Alfio, Santa Maria di Licodìa, Santa Venerina, Trecastagni e Zafferana Etnea;
f) Madonie, comprendente i territori dei Comuni di Alimena, Aliminusa, Blufi, Bompietro, Caltavuturo, Campofelice di Roccella, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalù, Cerda, Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Lascari, Montemaggiore Belsito, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde, Scillato, Sclafani Bagni e Valledolmo;
g) Messina, comprendente il territorio della corrispondente Città metropolitana a eccezione dei Comuni di cui alla lett.h);
h) Nebrodi, comprendente i territori dei Comuni di Acquedolci, Alcara li Fusi, Capizzi, Caronìa, Castel di Lucio, Cesarò, Floresta, Galati Mamertino, Longi, Militello Rosmarino, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Raccuja, Reitano, Sant’Agata di Militello, Santa Domenica Vittoria, San Fratello, San Marco d’Alunzio, Santo Stefano di Camastra, San Teodoro, Tortorici, Tusa e Ucria;
i) Palermo, comprendente il territorio della corrispondente Città metropolitana a eccezione dei Comuni di cui alla lett.f);
j) Ragusa, comprendente il territorio del corrispondente Libero Consorzio comunale;
k) Siracusa, comprendente il territorio del corrispondente Libero Consorzio comunale;
l) Trapani, comprendente il territorio del corrispondente Libero Consorzio comunale.