Dopo anni di attesa, si sblocca finalmente l’impasse sull’incompiuta “simbolo” di Palermo: gli svincoli di Brancaccio.
La Giunta Comunale a fine agosto 2018 aveva ratificato l’accordo con la Multi Veste Italy 4 srl (società che ha costruito il Centro commerciale Forum) per ultimare i due svincoli “lato mare”, visibili dall’autostrada A19 Palermo-Catania, accanto al deposito della Linea 1 del Tram e alla fermata “Roccella” del passante ferroviario.
Nella delibera di Giunta (n.127 del 29/08/2018) si legge: «La società MIV4 (Multi Veste Italy 4 srl, ndr) provvederà entro 90 giorni dall’approvazione della presente delibera, a presentare al Comune di Palermo un progetto di fattibilità tecnico economica delle opere da eseguire, con l’indicazione del tempo massimo in cui devono essere completate, allegando lo schema del relativo contratto di appalto».
Ora, a distanza di 7 mesi, il nuovo progetto è pronto.
La scorsa settimana il Comune ha finalmente approvato dopo ben 5 anni di carteggi burocratici il Certificato di Collaudo finale dell’opera. In esso viene scritto che «a meno dei debiti/crediti tra l’ATI e l’Amministrazione Comunale scaturenti da giudizi pendenti presso il Tribunale di Palermo il debito finale, scaturente dagli atti di misura finale e dal collaudo, dell’ATI appaltatrice è di € 149.111,52». In pratica il Comune avanzerebbe dall’impresa “Demoter” 149 mila euro. Serve però l’ultimo ok della Regione per la chiusura del conteggio delle somme.
I lavori, partiti nel 2002, si bloccarono a causa di ritardi dell’impresa e “presunte infiltrazioni mafiose” segnalate dalla Prefettura di Messina. La “Demoter” poi fallì nel 2013 e nel 2016 fece causa al Comune di Palermo. Ancora non si conosce l’esito del contenzioso. La ditta messinese è sotto cura fallimentare e l’avvocato Angelo Vitarelli, svela gli aggiornamenti: «Abbiamo chiesto al Comune di Palermo un risarcimento danni di circa un milione di euro – dice a ilSicilia.it – siamo al primo grado di giudizio, vedremo come andrà a finire. Di recente è stata depositata una CTU nel processo. L’interdittiva antimafia? Per i TAR di tutta Italia e il CGA era fondata».
L’opera è rimasta incompleta, e paradossalmente il Comune potrebbe essere condannato per quella rescissione contrattuale. Insomma, una storia kafkiana, esempio tipico di come vanno gli appalti in Italia. Un’Odissea documentata più volte anche dalle telecamere di Striscia la Notizia, coi servizi di Stefania Petyx.
L’ingegnere Antonio Cangemi ha ultimato ora il nuovo progetto, in accordo con la Multi. I lavori costerebbero circa 2 milioni e – spiega a ilSicilia.it – «dovrebbero durare poco (circa 8 mesi) dato che le due bretelle sono già in gran parte visibili e realizzate, seppur danneggiate da anni di abbandono e degrado».
Non si tratta semplicemente di asfaltarle, ma occorre il rilancio delle acque che sedimentano sotto l’autostrada, spostandole al di là della fermata “Roccella”.
«Proprio oggi (ieri,ndr) la Multi ha consegnato il progetto di fattibilità (ex preliminare) al settore Lavori Pubblici del Comune. Dopodiché – rivela Cangemi – servirà l’ok del Consiglio Comunale come “opera di urbanizzazione a scomputo”, ratificando l’accordo dello scorso agosto. Dopo l’approvazione, la Multi dovrà fare una gara per le successive due fasi: progettazione definitiva ed esecutiva. Entro 4/6 mesi dall’aggiudicazione della gara, potrebbero iniziare i lavori».
Entro fine anno dunque, salvo nuovi intoppi, potremmo rivedere il cantiere all’opera.
Il progetto originario (del padre di Cangemi) risale addirittura agli anni ‘80; il Rup (Responsabile unico del procedimento) era Orazio Giuffrè, padre di Tullio, ex assessore alla Mobilità della Giunta Orlando e nuovo presidente Gesap. Nessuno di loro è riuscito a vedere ultimata l’opera.
Nel frattempo, in un cassetto della Regione ci sono ancora 2,5 milioni di copertura residua dell’appalto, che il Comune dovrà chiedere e recuperare per finanziare gli altri due svincoli – lato monte – ancora da progettare. Il costo si aggirerebbe sui 3,6 milioni (e poco meno di un anno la durata dei lavori).
Bisogna quindi premere sull’acceleratore una volta per tutte, senza dover aspettare altri vent’anni.
Rivedi il servizio del 2018, in cui Striscia la Notizia cita l’approfondimento de ilSicilia.it:
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