In attesa delle decisioni dell’Autorità Giudiziaria, il Comune di Taormina studia quello che potrebbe essere il futuro dell’area a Trappitello dove sarebbe dovuto sorgere il campo da golf che, a questo punto, difficilmente vedrà mai la luce.
Quando sono ormai trascorsi 9 anni dal fermo lavori, scattato per effetto dei gravi danni prodotti dalla bomba d’acqua dell’autunno 2011, il recente sequestro dei terreni (avvenuto nel febbraio 2020, nell’ambito delle indagini delle Guardia di Finanza sul crac Tecnis Spa) potrebbe aver fatto calare per sempre il sipario sul maxi-progetto per un complesso ricettivo con annesso green in contrada Vareggio.
“Al momento non abbiamo più avuto nessuna notizia o alcuna comunicazione, sulla situazione dell’area del golf, presumiamo che l’area si trovi ancora sotto sequestro giudiziario”, fa sapere il Comune di Taormina.
Il timore è che nel momento in cui l’opera potrà essere liberata, prima o poi – non si sa, al momento, ovviamente, quando – dalle vicissitudini giudiziarie attuali, potrebbero cambiare le prospettive sulla destinazione d’uso dei terreni di contrada Vareggio. Per questo si studia anche l’opportunità di future determinazioni atte a garantire la tutela urbanistica dell’area da eventuali speculazioni, ipotizzando in caso di esitare dei vincoli urbanistici in zona.
Va detto che già prima del sequestro dei terreni, erano scadute tutte le concessioni a suo tempo concesse dal Comune alla proprietà dei terreni per il golf. Si era parlato, inoltre, con insistenza di un cambio di proprietà con l’interesse avanzato da un’importante società del Nord Italia e le trattative a suo tempo avviate per un’operazione che poi si è concretizzata. Nella Perla dello Ionio si teme, in particolare, che nella vallata sita proprio nelle vicinanze dell’Alcantara si concretizzi tra qualche anno un intervento non più per il turismo e per la ricettività ma per l’edilizia residenziale.
“Abbiamo chiesto una revisione delle licenze edilizie decadute – ha fatto sapere Legambiente Taormina- Valle Alcantara, che già prima del sequestro dell’area di Vareggio aveva anche sollecitati “una riduzione delle cubature e l’abbattimento di volumetrie in eccesso”.
Legambiente, a tal proposito, ha richiesto “una presa di posizione da parte dell’Amministrazione, che sembra non essere chiara su quella che è la gestione del territorio, dato che anche l’aggiornamento del PRG sembra tardare, oltre i decenni trascorsi che hanno permesso gli scempi realizzati nel tempo”. Si cerca, insomma, di tenere alta l’attenzione su quello che potrebbe essere lo scenario per i terreni di contrada Vareggio quando si saranno chiariti almeno per quanto riguarda questo immobile i risvolti giudiziari del caso.
Sembra sia trascorso un secolo da quando si prospettava il “battesimo” del complesso turistico quasi un decennio fa, con la gestione che era stata prenotata da una nota catena alberghiera internazionale con sede a Malta. Poi, invece, è arrivato l’alluvione che ha devastato i terreni, quando c’erano già le buche e le opere erano in stato di avanzato (al 60% delle previsioni progettuali).
E’ opinione diffusa a Taormina che siano ridotte ad un lumicino, se non azzerate, le chance di una futura ripresa delle opere con quella destinazione. Il golf che avrebbe potuto o dovuto portare il 15% di presenze invernali in più a Taormina, è una storia forse già definitivamente archiviata, finita prima ancora di iniziare.