“Abbiamo davanti a noi, dal punto di vista strettamente economico, una prospettiva davvero molto dura. Ho fatto una proiezione al 31 dicembre 2020 e nel fatturato alberghiero a Taormina rischiano di mancare oltre 80 milioni di euro, che in una cittadina di poco più di 10 mila residenti, sono tanti”. Lo ha dichiarato oggi il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, ospite del programma “Coffee Break” su La7.
“Nei prossimi mesi saremo fortemente penalizzati, bisogna capire quali saranno le indicazioni specifiche del governo per quanto riguarda le attività economiche e le relative restrizioni sul distanziamento sociale. La fase 2 sarà molto importante per testare rapidamente la situazione dei contagi (a Taormina al momento non si è registrato nessun caso di Coronavirus, ndr) e per capire se siamo sulla strada giusta, oppure no”.
“A Taormina – ha detto poi Bolognari – ci sono le attività che si trovano sul Corso Umberto ma i tre quarti dei negozi della città si possono definire non tanto commerciali quanto prevalentemente turistici, e che non avrebbero cioè ragione di esistere se non ci fosse il turismo“.
“Quindi parliamo di attività che non possono essere paragonate a quelli di un’altra realtà dove i negozi servono prevalentemente la clientela locale o di prossimità. E’ un altro grande problema e avremo tante imprese che saranno bloccate non per effetto dei decreti ma per l’assenza delle condizioni economiche che occorrono per mantenere un’azienda aperta”.
“Parlo a nome dei tanti commercianti e dei tanti albergatori con i quali in queste settimane ho avuto una interlocuzione continua e c’è un atteggiamento ottimistico e positivo affinché si possa riaprire. Bisognerà misurare, concretamente, azienda per azienda, quali sono le condizioni tecniche ed economiche affinché ciò possa avvenire. Nel frattempo abbiamo istituto un tavolo di concertazione”.
“Aspettiamo di capire come interverranno lo Stato e la Regione. In quest’ultimo caso sono stati presi dei provvedimenti molto importanti ma insufficienti, come sono insufficienti quelli previsti dallo Stato. Non è quella dei prestiti la strada che serve per aiutare la nostra realtà. Di fronte al blocco di un’intera stagione non è un prestito che può risolvere i problemi”.