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Al via la quarta edizione del Festival Teatro Bastardo con “L’Asta del Santo“, mercoledì 7 alle ore 21 al Teatro Biondo, in Sala Strehler, della compagnia toscana Gli Omini, un mercante in fiera sulle vite dei santi.
Questo spettacolo-non spettacolo sulle vite dei santi è un gioco di acuta ironia, esilarante e allo stesso tempo delicata, che coinvolge il pubblico e lo fa giocare sul serio, è un esperimento nella direzione della “crisi” del teatro e della nascita di nuove forme di espressione e di significati che il Festival Teatro Bastardo prova a far emergere nella sua ricerca.
“Lo sapevate che Sant’Antonio da Padova era di Lisbona? E che Santa Barbara è il nomignolo degli esplosivi perché suo babbo morì fulminato subito dopo averla decapitata? Sapete a chi chiedere aiuto in caso di geloni? E chi è il patrono dei rosticcieri? E sapete il perché? E che spesso i perché sono fuori dalla grazia di Dio?”.
L’Asta del Santo, in breve, non può essere spiegato ma intreccia storie esemplari, santi veri e santi improbabili e sembra non avere copione, ma solo un mazzo di carte, proprio come quelle del mercante in fiera ma con con le vite dei Santi ripensate e ridisegnate dai Fratelli Zacchini.
Più di quaranta carte per altrettanti santi, ad ogni carta corrisponde la straordinaria vita di un santo, c’è di tutto: vite sovrannaturali, morti truci, peripezie e superpoteri.
Al pubblico vengono distribuite fiches in modo iniquo, casuale, senza criterio. Con quei soldi, e quanti siano, “dipende dal santo culo”, si possono comprare i Santi.
Al termine di ogni vita raccontata si aprono le offerte: tre sono i premi finali e tre i vincitori tra il pubblico, vero protagonista delle sorti della serata.
Un’esperienza che non lascerà indifferenti gli spettatori e che prevede, oltre il divertimento, l’obbligo di “prestare il fianco” a pene corporali, improvvisazioni e all’ironia dissacrante degli Omini.
La compagnia toscana è nata nel 2006 con il primo obiettivo di “far avvicinare le persone al teatro e di far nascere il teatro dalle persone”.
Spesso la costruzione degli spettacoli è il risultato di settimane di indagine territoriale e interviste condotte un po’ come un’inchiesta antropologica vecchio stile. Dal 2014 è compagnia residente all’Associazione Teatrale Pistoiese; Premio Enriquez, nel 2014, come “Compagnia d’innovazione” per la ricerca drammaturgica e l’impegno civile; vince il Premio Rete Critica, nel 2015, come miglior compagnia dell’anno.