Il malcontento è stato espresso nel corso di un’assemblea molto partecipata dei lavoratori indetta nei giorni scorsi dalle segreterie territoriali di Slc Cgil e Uilcom Uil e dalle rsu, in cui l’appello lanciato è stato di guardare al futuro del teatro.
Ciò che si auspica è una completa inversione di marcia da parte della direzione e un maggior interessamento dei due soci istituzionali, comune di Palermo e Regione Siciliana.
E’ stata anche l’occasione per un bilancio del percorso svolto nel 2023 e soprattutto sullo stato di salute delle relazioni sindacali. Al centro delle critiche, una gestione definita da Slc e Uilcom “unilaterale“, “padronale“ del teatro, con i suoi riflessi sull’organizzazione del lavoro e sulla “non corretta applicazione delle norme contrattuali, che disattende quanto sottoscritto dalle parti“.
Slc Cgil e Uilcom Uil ritengono inoltre troppo “dilatati” i tempi di applicazione degli accordi sottoscritti. Uno degli ultimi accordi, siglato a novembre scorso, prevedeva 8 assunzioni, a seguito dei pensionamenti. Ma ancora non sono stati completati i bandi.
“Non abbiamo alcuna contezza dello stato di salute del teatro, le informazioni scarseggiano. Ma non possono dirci che mancano le risorse per le nuove assunzioni quando sono in atto condizioni di poca trasparenza, non ammissibili per un ente che utilizza risorse pubbliche, come l’implementazione di incomprensibili modelli premianti, con aumenti salariali ad personam – puntano il dito i segretari generali di Slc Cgil Palermo Fabio Maggio e Uilcom Uil Sicilia e Area Vasta Giuseppe Tumminia – E l’altro fatto ancora più grave è che, per l’incertezza del budget, è stata interrotta a novembre la contrattazione sindacale sui livelli di inquadramento, che ancora oggi non risultano attivati, quando invece si elargiscono premi consistenti in modo unilaterale. Tutto questo genera una frattura fra i lavoratori, messi artatamente in una concorrenza che spesso scivola nella contrapposizione“.
“A questo si aggiunge – affermano i segretari di Slc Cgil e Uilcom Uil Maggio e Tumminia – anche una puntuale deriva del clima e dell’organizzazione del lavoro giornaliero, con deficienze che riguardano l’attuazione del lavoro straordinario e un bizzarro utilizzo del recupero del riposo settimanale. Manca un confronto con le istituzioni in grado di sollecitare un’azione di sviluppo e di potenziamento dell’istituzione culturale. Chiediamo un’assunzione di responsabilità, un approccio consono a una realtà culturale come quella di un Teatro Stabile della città che aspira a diventare teatro di rilievo nazionale. Anche su questo obiettivo i sindacati vengono lasciati all’oscuro“.