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Termini Imerese, uccise il marito col veleno: moglie dai domiciliari passa al carcere

giovedì 17 Marzo 2022

Il giudice del Tribunale di Termini Imerese ha disposto la misura cautelare in carcere per Loredana Graziano, 36 anni, che lo scorso fine febbraio era stata condannata a 30 di carcere con l’accusa di avere avvelenato il marito pizzaiolo Sebastiano Rosella Musico di 40 anni a gennaio del 2019. La donna è stata portata nel carcere Pagliarelli a Palermo, dai carabinieri. Il processo si era svolto con il rito abbreviato.

Dopo la condanna la donna era ai domiciliari perché da poco aveva partorito la figlia. Graziano è stata interdetta in perpetuo dai pubblici uffici e sospesa dall’esercizio della responsabilità genitoriale per tutta la durata della pena. L’imputata è stata condannata al pagamento di una provvisionale esecutiva di 140 mila euro a favore dei familiari della vittima che si sono costituiti in giudizio assistiti dagli avvocati Salvatore Sansone e Salvatore Di Lisi. Il risarcimento sarà stabilito con un nuovo processo in sede civile. Inizialmente si era ipotizzato che il pizzaiolo fosse morto per un infarto.

Le indagini dei carabinieri e l’autopsia eseguita sul corpo dell’uomo accertarono che invece venne avvelenato con la somministrazione di cianuro e di un anticoagulante, il Coumadin. Le indagini condotte dai carabinieri erano state riaperte dopo le dichiarazioni dell’ex amante e compagno della donna, che aveva riferito che sarebbe stata lei stessa a confessargli di aver avvelenato il marito.

A spingerla la voglia di cambiare vita e il desiderio di maternità come emergeva anche da numerose intercettazioni. Per i familiari della vittima 30 anni sono troppo pochi per il delitto commesso. Lo hanno dopo la richiesta del pm lo hanno ribadito dopo il verdetto di primo grado. La donna era finita ai domiciliari perché ha una figlia di pochi mesi.

“Sono insufficienti 30 anni di carcere per una moglie accusata di avere avvelenato il marito”. “Graziano Loredana ha assassinato mio figlio – dice Antonina Filicicchia, madre della vittima – Nessuna pena applicata dal giudizio degli uomini potrà restituirmelo ma il mio cuore di madre sarebbe più in pace se la responsabile di una condotta così assurda e selvaggia scontasse una pena più consistente e adeguata alla sua gravissima responsabilità”.

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