Otto persone sono state arrestate a Caltanissetta dalla Squadra Mobile, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, con l’accusa di far parte di un’organizzazione che gestiva il traffico di sostanze stupefacenti in città. Agli indagati, sette uomini e una donna, è stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere. Le indagini, iniziate nel 2022, hanno permesso di raccogliere gravi indizi a carico degli arrestati i quali si sarebbero occupati di rifornire di cocaina e marijuana, decine di acquirenti, molti dei quali ancora minorenni.
La droga in alcuni casi veniva consegnata “a domicilio“. In particolare, la cocaina sarebbe stata ceduta pronta per essere consumata come crack (cotta), ovvero per essere sniffata (cruda); spesso, infatti, la richiesta sarebbe stata formulata dagli acquirenti tramite la semplice indicazione dello stato della sostanza “cruda o cotta“. Sono stati inoltre segnalati alla Prefettura diversi assuntori che stanno seguendo un percorso di recupero presso il Servizio Dipendenze. Gli investigatori hanno anche individuato il canale di rifornimento di cocaina che arrivava da Palermo. All’operazione hanno collaborato anche gli investigatori delle Squadre Mobile di Palermo e Savona che hanno individuato due degli indagati nei loro territori.
Gli arrestati sono i nisseni Salvatore Alessandro Carnevale, 32 anni, Asia Ventura, 22 anni, Carmelo Ambra, 57 anni, Davide Ambra, 33 anni, Salvatore Riccobene, 41 anni, Davide Sciarrino, 30 anni, Massimiliano Tedesco, 49 anni e il palermitano Roberto Steri, 53 anni. Sono difesi dagli avvocati Dino Milazzo, Ernesto Brivido, Francesca Assennato e Santo Valenza. “Le indagini, iniziate nel 2022, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli arrestati – dicono gli inquirenti – i quali si sarebbero occupati di rifornire di sostanza stupefacente, prevalentemente cocaina e marijuana, decine di acquirenti, molti dei quali ancora minorenni. La droga, secondo quanto emerso dalle attività investigative e contenuto nell’ordinanza cautelare, veniva consegnata a domicilio o in casa degli indagati”.