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L'inchiesta

Trapani, dieci arresti per associazione mafiosa: c’è anche un ex senatore

lunedì 16 Settembre 2024
foto d'archivio

Gli agenti della squadra mobile di Trapani e Palermo coordinati dalla Dda, hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 10 persone tutte residenti nel trapanese accusate a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, estorsione e spaccio di stupefacenti aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, nonché traffico di influenze, violazione di segreto d’ufficio e porto e detenzione illegale di armi.

LE INDAGINI

L’indagine parte da una prima inchiesta iniziata a maggio del 2021 dalla Squadra mobile di Trapani e condotta insieme alla Squadra mobile di Palermo, della locale Sosco e del servizio centrale operativo della polizia di Stato. L’indagine avrebbe consentito di documentare gli assetti e il rinnovato dinamismo criminale delle “famiglie” mafiose di Alcamo e Calatafimi, in seguito all’arresto dei numerosi esponenti storicamente al vertice delle stesse.

Sono state ricostruite estorsioni alcune consumate altre solo tentate, ai danni di imprenditori locali, tra i quali un imprenditore di Castellammare, con interessi nel settore della distribuzione alimentare e del mercato immobiliare, e due imprenditori alcamesi attivi nel settore dell’edilizia, del movimento terra e della commercializzazione di autovetture. Le vittime sarebbe state minacciate di ritorsioni se non avessero versato, nelle mani di un uomo di fiducia del capo famiglia alcamese, la somma di 50 mila euro. Anche il titolare di un maneggio sarebbe stato vittima degli indagati. E un buttafuori trapanese sarebbe stato costretto ad abbandonare il proprio impiego in un esercizio commerciale per fare assumere il figlio di un noto pregiudicato del posto, destinatario del provvedimento cautelare.

Uno degli indagati è stato arrestato per detenzione di oltre 9 chili di marijuana. In quella occasione, nel corso della perquisizione, sono stati inoltre trovati 2 fucili a canne mozzate calibro 12, con relativo munizionamento, entrambi provento di furto. Contestualmente al provvedimento cautelare sono stati eseguiti 8 decreti di perquisizione personale e domiciliare, nei confronti di altrettanti soggetti, indagati a vario titolo per traffico di influenze, violazione di segreto d’ufficio e porto e detenzione illegale di armi.

IN ARRESTO ANCHE L’EX SENATORE PAPANIA

L’inchiesta, secondo l’accusa, ha inoltre documentato il voto di scambio politico mafioso che sarebbe stato organizzato in occasione delle elezioni regionali siciliane del 2022. L’organizzazione dietro un compenso di denaro di circa 3 mila euro avrebbe indirizzato il voto in favore di un candidato alcamese, coordinatore provinciale del movimento politico “Via”, con l’appoggio di un ex senatore della Repubblica alcamese, Antonino Papania, ispiratore del movimento politico e promotore di una richiesta di voti alla famiglia mafiosa. L’operazione avrebbe scoperto un traffico di stupefacenti grazie all’apporto di fornitori albanesi, e alla detenzione di armi, nascoste dagli indagati e nella disponibilità del gruppo, evidenziando così la trasversalità e la caratura criminale dei sodali.

Secondo gli investigatori insieme a Pasquale Perricone ex vicesindaco di Alcamo e intermediario, avrebbe accettato la promessa da parte di Giosuè Di Gregorio, ritenuto esponente della famiglia mafiosa, di procurare voti a Angelo Rocca, coordinatore provinciale del movimento politico Via, fondato da Papania, candidato alle elezioni regionali del 2022. In cambio Papania, secondo l’accusa, avrebbe pagato Di Gregorio. All’autista l’ex senatore intercettato diceva di non andare spesso nel bar di Francesco Coppola in via Veneto perché quello era il suo quartier generale. Qui Coppola incontrava Di Gregorio che arrivava da Trapani. Il rischio era che i giovani agenti del commissariato di Alcamo -è scritto nell’ordinanza – che avevano sostituito quelli più anziani andati in pensione potessero immediatamente redigere una relazione di servizio. Dalla seconda metà di agosto e fino alle elezioni del 25 settembre del 2022 sono stati monitorati numerosi incontri tra Di Gregorio e Perricone.

I poliziotti della squadra mobile di Trapani hanno monitorato numerosi incontri fra l’ex vicesindaco di Alcamo Pasquale Perricone e Giosuè Di Gregorio, ritenuto esponente mafioso, che avrebbe tenuto i contatti con le famiglie mafiose di Trapani, Castellammare del Golfo, Calatafimi e con la ‘ndrangheta e facendo accrescere il ruolo di vertice di Francesco Coppola nella famiglia di Alcamo.

Perricone diceva a Di Gregorio: “Questa cosa di ste Regionali ci interessa vedi ah… e delle Nazionali pure“. Di Gregorio parlava di “qualcosa da dare“, di “quanti voti prendiamo” e di “una ventina di euro“. Sono stati monitorati altri appuntamenti. Al termine di uno di essi Di Gregorio disse al fratello: “Dobbiamo votare a questo… e il senatore mi ha dato duemila euro che mi darà mercoledì, Papania… hai capito…“. “Ti ha dato i soldi?“, chiedeva il fratello. “Neanche li ho contati, questo dice è un acconto, poi in questi giorni mi porta un’altra cosa“, rispondeva Di Gregorio.

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette otto… ventisette, ventotto, ventinove…“, si sentiva mentre contava le banconote. “Basta, non li contare, mica si contano i soldi, non solo mi ha regalato soldi e tu che fai, li conti“, diceva stizzito Di Gregorio. In un successivo incontro Di Gregorio dice a un uomo dell’entourage di Papania: “Questo già sono tutte cose sicuri, gli possiamo dare pure le sezioni“. Rocca raccolse 3.361 preferenze, ma non fu eletto all’Ars.

Tra Marsala e Salemi un mare di voti gli ho raccolto“, diceva Di Gregorio, soddisfatto per il lavoro svolto. Non era contento, invece, Papania che contestava l’operato dell’ex vicesindaco mentre, intercettato, parlava in auto con il suo autista: “Pasquale (Perricone, ndr) lo scienziato della politica ci ha fatto buttare duemila euro per fare mangiare la pizza a quattro spacciatori a Trapani. Sì e no ci hanno portato trenta voti. Un mare di soldi”. E ancora: Questo Giousuè ‘nuddu miscatu cu nienti’ ci voleva qualche amico giusto e lo faceva sminchiare perché questo si meritava“.

I NOMI DELLE PERSONE IN MANETTE

Tra gli arrestati c’è l’ex senatore del Pd Antonino Papania, 75 anni, fondatore del movimento politico “Via”, accusato di scambio elettorale politico-mafioso. E’ stato arrestato anche l’ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone 69 anni ritenuto l’intermediario fra Papania e il clan mafioso di Alcamo. Tra gli indagati Gregorio Savio Ascari, 54 anni, Giorgio Benenati, 55 anni, Francesco Coppola, 64 anni, Giosuè Di Gregorio, 54 anni, Salvatore Li Bassi 66 anni, Antonino Minio, 53 anni, Giuseppe Pipitone, 61 anni, Giuseppe Schiacchitano, 49 anni.

 

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