Tre indagati sono finiti in carcere, 6 ai domiciliari e per tutti gli altri sono stati disposti – dal gip del tribunale di Agrigento su richiesta della Procura – misure minori come obbligo di dimora e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’operazione “Fish & Drug” è stata realizzata – dalla Squadra Mobile della Questura – a Porto Empedocle per la maggior parte ma, alcune misure sono state eseguite anche a Favara, Palma di Montechiaro ed Agrigento.
Diciassette misure cautelari, firmate dal gip su richiesta della Procura di Agrigento, sono state notificate durante la notte dalla polizia a carico di indagati per spaccio di stupefacenti con l’aggravante dell’ingente quantità e tentata estorsione.
La vicenda giudiziaria, ricostruita dalla Squadra Mobile e dal commissariato di Porto Empedocle, risale al maggio 2019 e prende spunto dall’arresto di un empedoclino che venne bloccato con 5 chilogrammi di hashish.
L’indagine, anche in collaborazione con la Guardia costiera di Porto Empedocle, ha permesso il sequestro di oltre 140 chili di hashish e la denuncia di oltre 41 persone alla Procura.
“E’ stato individuato, e su questo non ci sono dubbi, un canale di trasporto di ingenti quantità di hashish che rientra fra i traffici illeciti del Mediterraneo centrale sui quali l’Agrigentino si affaccia e che utilizza anche piccoli velieri che possono viaggiare in diversi Paesi europei senza dover presentare, non hanno alcun obbligo, l’indicazione di una rotta o un piano di movimentazione“.
Lo ha detto, in merito all’inchiesta antidroga “Fish & Drug“ che all’alba ha portato a 17 misure cautelari, il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella. L’inchiesta ha preso le mosse perché nell’aprile del 2019 vennero sequestrati 5 chili di hashish che avevano dei cristalli di sale in superficie che confermavano il fatto che erano stati abbandonati in mare. Le investigazioni di Squadra Mobile e Capitaneria hanno permesso di chiarire che, allora, un veliero, battente bandiera spagnola, a causa di un guasto, fu costretto ad abbandonare 4 tonnellate di hashish.
“Quando questi velieri vanno in difficoltà per avarie o condizioni meteo proibitive– ha spiegato Vella -, la cosa più semplice che fanno è mollare il carico ben confezionato. Tutti gli episodi di ritrovamenti di hashish in molte spiagge della Sicilia, parliamo di circa 800 chili rinvenuti dal 2015 al 2022, verosimilmente possono essere collegati a traffici internazionali di questo tipo. Oggi, a seguito dell’attività di indagine che abbiamo in corso, non possiamo però dire che tutti i rinvenimenti sulle spiagge siciliane siano riconducibili a questo veliero. Siamo certi però che fra le modalità di trasporto di droga, dalle coste della Spagna, del Nord Africa e del Medio Oriente, vi sia questa dei velieri”.
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