Confermata dai giudici di Cassazione l’assoluzione, per i tre ex investigatori del Ros, Mori, Subranni e De Donno. I giudici hanno annullato la sentenza di appello senza rinvio con la formula per non avere commesso il fatto nel procedimento sulla presunta trattativa stato-mafia. Assoluzione definitiva anche per l’ex parlamentare Dell’Utri.
I giudici della sesta sezione della Cassazione hanno dichiarato la prescrizione per il boss di Cosa Nostra, Leoluca Bagarella, condannato dai giudici di Appello di Palermo a 27 anni e per il medico Antonino Cinà, ritenuto vicino a Totò Riina, a cui in secondo grado furono inflitti 12 anni di reclusione nell’ambito del procedimento sulla presunta trattativa stato-mafia. I giudici hanno infatti riqualificato i reati di violenza e minaccia ad un corpo politico dello Stato nella forma del tentativo. Con la riqualificazione la fattispecie è andata in prescrizione.
“Sono parzialmente soddisfatto considerando che per 20 anni mi hanno tenuto sotto processo. Ero convinto di non avere fatto nulla, il mio mestiere lo conosco, so che se avessi sbagliato me ne sarei accorto“. Lo afferma il generale ex Ros, Mario Mori commentando la decisione della Cassazione.
“Di fronte all’assoluzione definitiva degli imputati nel processo sulla fantomatica trattativa Stato-mafia, non possiamo che avere una duplice reazione. Grande gioia e soddisfazione, perché è stata riconosciuta l’innocenza del senatore Dell’Utri, degli ex generali del Ros dei carabinieri, Mori e Subranni, e dell’ex ufficiale De Donno. Servitori dello Stato dei quali non abbiamo mai dubitato l’integrità e la correttezza. Una sentenza, tuttavia, che se da una parte restituisce l’onore, agli uomini e all’Arma dei carabinieri, che un’inchiesta dissennata aveva cercato di deturpare, dall’altra non può mai ripagare anni e anni di gogna giudiziaria, un tormento che ha coinvolto non solo gli imputati ma anche le loro famiglie“. Così, la presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli.
“La pietra tombale che arriva dalla Corte di Cassazione con le assoluzioni del generale Mori, del generale Subranni, del colonnello De Donno e di Marcello Dell’Utri per il processo sulla cosiddetta ‘Trattativa’ costituiscono la fine di un calvario che oltre ad aver sconquassato la vita degli imputati, ha minato la credibilità delle Istituzioni“. Lo afferma il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè in una nota. Il parlamentare ‘azzurro’ sottolinea che: “Ai tre ufficiali dell’Arma e all’ex senatore, nessun risarcimento potrà restituire ciò che è stato tolto da un’iniziativa giudiziaria basata su un astruso e mai provato teorema che si reggeva su inesistenti pilastri d’accusa. L’onestà, il rigore e la credibilità di Mori, Subranni, De Donno e Dell’Utri viene sancita dopo decenni di indagini e processi costati un patrimonio dal punto di vista finanziario che hanno visto intaccare il patrimonio inestimabile dell’onore degli imputati“.